Nasce nell’Ottocento, la napoletana Tecla Scarano. Il 20 agosto 1894. Caratterista, recita in ruoli talvolta secondari ma sempre di grande spessore è stata una delle attrici partenopee indimenticabili e una delle più note. Le sue interpretazioni facevano ridere e sorridere ma anche emozionare, come quando interpretava il suo magistrale cavallo di battaglia “O mercoledi d’ a madonna d’o Carmine”. Parole dure di una madre che rivolgendosi al quadro della Madonna infierisce e supplica, facendo accapponare la pelle, sia per le parole sia per il modo accorato, arrabbiato in cui si esprimeva. Chi è stato presente a qualche sua esibizione, non potr mai dimenticare la forte emozione che lei dava, donna distrutta dal dolore, facendo dimenticare che fosse solo una finzione (esistono alcuni filmati e registrazioni). E poi è stata l’insegnante nel film Bellissima (1951) con Anna Magnani, la petulante moglie di Totò in Il medico dei pazzi, l’altezzosa zitella della "Napoli bene" in Ieri, oggi e domani (1963)e l’affettuosa domestica di Filumena (Sofia Loren) in Matrimonio all’italiana(1964).
FIGLIA D’ARTE
Figlia di Giovanni Moretti, tenore di lirica e d’operetta e di Anna Scarano, proveniente da una famiglia di comici, anche lei molto apprezzata nel teatro d’operetta di fine Ottocento. Dovendo seguire i genitori nei loro frequenti spostamenti nei locali dell’Italia meridionale e centrale, Tecla comp studi assai irregolari. Per la sua carriera adottò il congome materno. Debuttò in palcoscenico a soli nove anni a Palermo, a quindici anni era gi interprete di canzoni e romanze teatrali, ottenendo un discreto successo al Teatro Jovinelli di Roma, scritturata dall’impresario Giuseppe Jovinelli.
Trentadue le pellicole interpretate, la sua attivit cinematografica che era iniziata nel 1937, prosegu sino al 1966, con la conquista del Nastro d’Argento per la migliore attrice non protagonista.
LA BISBETICA ZIA DEL NORD
A fine carriera interpretò con intelligenza e ironia un piccolo ruolo apparentemente incompatibile con il suo repertorio partenopeo, quello della ricchissima e bisbetica zia bergamasca nell’episodio Il marito di Olga (I nostri mariti). Nel 1931, al Trianon di Milano, in Mastro di forgia, conquistò il critico Renato Simoni che recens l’interpretazione della Scarano con queste parole «molto bene, con tipica ed appassionata schiettezza, ha recitato la signora Scarano». ("Corriere della Sera", 14 marzo 1931). E ancora Tecla alla bella squillante voce – osserva Luciano Ramo nella Storia del Variet – un una fresca bellezza napoletana, che risplendeva nei chiari occhi e nell’aperto luminoso sorriso.
IN COMPAGNIA CON VIVIANI
Capace di essere vibratile cantante e un’accorta attrice (sar infatti una delle più rappresentative primattrici della scena dialettale). La sua dizione fu chiara, limpida, ricca di mezzi toni efficaci le pause, i suoi interrogativi, i suoi esclamativi. Tutto questo la dice lunga sulla bravura della signora che rivelò quel suo originale temperamento drammatico, specialmente in Pupatella di Libero Bovio. Il successo vero e proprio, arrivò, quando entrò a far parte della Compagnia di Raffaele Viviani, all’interno della quale ben presto ricopr il ruolo di prima donna. Nel dicembre del 1917, interpretò, in ‘O vico il personaggio di Donna Nunziata, ‘a cagnacavalle, un’usuraia; in Tuledo ‘e notte nell’ottobre del 1918, fu la prima grande interprete di Bammenella ‘e copp’e quartiere, successivamente ripresa da Luisella Viviani. Nel primo dopoguerra (1919-1921), interpretò alcuni film (La cantante napoletana; La regina della canzone) e si dedicò al canto incidendo dischi di grande successo. Nel 1930 ritornò a far parte della Compagnia di Viviani, con la quale comp una lunga e trionfale tourne in tutta Italia nell’edizione del 1931 ne La morte di Carnevale interpretò il personaggio di ‘Ntunetta.
CON EDUARDO AL SAN FERDINANDO
In seguito, conosciuto il maestro Langella, che diventer più tardi suo marito, entrò nella Compagnia stabile del Teatro Nuovo di Napoli, interpretando riviste di Galdieri, Guido Di Napoli, Nelli e Mangini. E lavorò, inoltre, con Eduardo nel 1954 in occasione della riapertura del San Ferdinando, recitò nella farsa Palummella zompa e vola di Petito. Collaborò con i più grandi attori del cinema comico italiano, da Totò a Nino Taranto, passando per Renato Rascel e fu spesso alla radio al fianco di Agostino Salvietti. Nel 1956 raggiunse una discreta notoriet tra il grande pubblico televisivo, dopo la partecipazione a L’Alfiere di Anton Giulio Majano. In televisione apparve per l’ultima volta nel 1978 nel film Diario di un giudice. Lasciò la scena del mondo nello stesso anno, Il 22 dicembre. Un grave lutto per il mondo dello spettacolo. E per i napoletani.
Nelle foto, in alto, l’interpretazione nel film "Bellissima". In basso, Tecla Scarano sul grande schermo con Totò