“Donna Eleonora” (Youcanprint, 2021) di Valeria Valcavi Ossoinack è un romanzo articolato principalmente sull’intensità dei dialoghi e sulla caratterizzazione dei personaggi. L’azione è ridotta al minimo per dare spazio alla psicologia di due donne che si incontrano per la prima volta, e che si influenzano reciprocamente.
Eleonora Federica Berardi Marliani, per tutti Donna Eleonora, ha settantasette anni e si è ritirata in una prestigiosa casa di riposo per anziani che si affaccia sul lago di Como; Francesca Dantoni è americana, ha trentasette anni ed è arrivata in Italia per conoscere sua zia Eleonora, molto amata da suo padre.
L’impatto con la zia è subito molto forte: Eleonora ha un caratterino imprevedibile e si capisce che nella sua vita ne ha viste tante; sfacciata e a tratti sgradevole, non ha paura di dire quello che pensa e mette in difficoltà la nipote, che invece risulta molto schiva.
Dopo il primo incontro un po’ ostico, però, le cose cominciano ad andare bene e il bisogno di parlarsi e di condividere una parte delle loro giornate diventa fondamentale per entrambe. Nonostante ci siano ben quarant’anni a dividerle, Eleonora e Francesca instaurano un legame che le fa diventare più che amiche: l’anziana donna ritrova contatto con un elemento della sua famiglia dopo anni di solitudine, mentre la giovane scopre nella zia una fonte di ispirazione e una spinta a cambiare prospettiva di vita.
Il loro incontro avviene infatti in un momento molto delicato per Francesca: incastrata in un matrimonio che non la fa stare bene, è in profonda crisi perché non sente di essere più padrona della sua vita.
Eleonora è stata invece una donna indipendente e fiera, che non si è mai lasciata domare da nessun uomo ed è sempre andata avanti per la sua strada; Francesca vede in lei ciò che non sarà mai ma che sogna di essere: una donna indomita, che non ha paura di scegliere per sé stessa – «Pensò che forse è meglio rischiare di farsi male, com’era successo a Eleonora, che proteggersi dietro false sicurezze e non sentire più niente».
Eleonora ha però sacrificato tanto per vivere un’esistenza turbolenta, senza radici o responsabilità, e la situazione di Francesca la spinge a riflettere sul suo passato e sulle sue scelte – «Non sono una donna comune, lo so, cara. È sempre stata la mia condanna».
L’autrice ci racconta le loro appassionate conversazioni, e ci offre una vicenda che parla di consapevolezza e di rinascita; una delicata storia d’amicizia e di confronto costruttivo. (Clarissa Rotu)
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