Romanzo/ “La vana illusione” di Andrea Parafioriti: quando la vita esige il conto

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Nel romanzo “La vana illusione” di Andrea Parafioriti (Bertoni editore, pagine 216, euro 17) si racconta una storia amara che ha anche il sapore della predestinazione; il protagonista Pietro non potrà infatti mancare al suo appuntamento con un destino ironicamente spietato.
Pietro vive un’esistenza arida in un mondo altrettanto vuoto; è una realtà basata solo sul guadagno e il potere, dove non c’è più rispetto per il prossimo. Il protagonista ha un lavoro che lo fa sentire invincibile: è Senior Manager per una società privata di recupero crediti e tra i suoi compiti c’è quello di riscuotere i debiti; sembra una professione cucita addosso a lui, che è intelligente, intuitivo e furbo, con una spiccata capacità di individuare i punti deboli delle persone e di costringerle quindi a pagare .
«Io sono dall’altra parte rispetto a “chiunque”. Sono dalla parte di chi ti chiede conto, io. Alle volte per necessità. Altre volte solo per cupidigia. Altre ancora per essere ciò che non sei, che non puoi essere mai. Ma, alla fine, din don. Vengo a chiederti conto e pretendo. Ogni sperpero produce un debito. Ed ogni debito nasce con una scadenza. Io sono dall’altra parte rispetto a “chiunque”. Io faccio rispettare le scadenze. Sempre».
Pietro riesce a comunicare quel poco di umanità che gli è rimasta solo quando sta con i suoi amici Andrea e Lavinia, con i quali riesce a calare la maschera di onnipotenza che indossa a lavoro; un nuovo incontro, però, rischia di non fargliela più aderire perfettamente come prima. Il protagonista ha appena azzannato una delle sue prede quando fa la conoscenza della figlia della sua vittima, Tiziana; è un incontro che, pur non rendendosene conto all’inizio, cambierà per sempre la sua esistenza.
Tiziana è il suo opposto: onesta, pura, altruista, e sa leggergli dentro in un modo che lui non riesce a spiegarsi; è impossibile non essere coinvolto, non essere affascinato. L’amore riesce quindi a penetrare anche in un cuore duro come quello di Pietro, ma c’è altro che si è insinuato in lui, più pericoloso e molto meno piacevole.
Andrea Parafioriti narra una storia drammatica che colpisce allo stomaco per la sua crudezza; Pietro da antieroe si trasforma in eroe tragico, e con le poche armi a sua disposizione affronta un destino avverso, che vuole che ora sia lui il debitore inerme. Il coraggio e la resistenza si vedono però nei momenti di crisi: è proprio nella frattura che Pietro trova integrità, e nel dolore si riappropria della gioia di essere umano. (Gildo Izzi)
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