Romanzo/”L’inverno di Ramona Adler”: Anita Curci racconta l’amore sull’altalena delle emozioni. Tra magia, esoterismo e sogno

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Linguaggio crudo, personaggi dal carattere diretto e frontale, dialoghi piccati, italiano che scorre sotto gli occhi velocemente. E’ “L’inverno di Ramona Adler”, di Anita Curci, Editore Phoenix Publishing, euro 12,50.
L’inverno di Ramona Adler è un romanzo d’amore atipico, che trasporta il lettore in una dimensione in cui a governare le azioni sono la magia, l’esoterismo e il sogno.
Uno scritto onirico, una sorta di noir esoterico che ha per protagonista l’inquieta direttrice di una casa editrice napoletana, Ramona Adler. La passione di Ramona per un uomo che nei suoi sogni diventa un capro prende le mosse da molto lontano, quando entrambi erano spiriti di luce destinati a risvegliare l’umanità dall’ignoranza spirituale e dal sonno della coscienza. Entrambi, però, scelsero le vie dell’amore terreno, rinunciando alla loro missione. Lungo decine di vite si sono amati, dimenticandolo.
L’autrice entra nel personaggio principale, Ramona Adler, con impeto, ne scruta ansie e indecisioni, quasi a rivoltarla sotto sopra. Lei da piccola ha dovuto subire i postumi di un attentato ai genitori, da quel momento la sua vita cambia; interrogata, ipnotizzata, strapazzata in ogni angolo della mente.
Una adolescenza traumatica che le mette addosso una coltre di durezza, che sprigiona impenetrabilità, quasi una corazza invalicabile. Ma a ben vedere fragile e quasi indifesa.
E in un posto per caso, un incontro per caso, si libera all’amore terreno, alla debolezza della carne, all’impeto umano chiamato amore.
Qui Ramona si perde letteralmente, qualcosa di viscerale la avvolge in una vita sentimentale tenera, avvincente, magica. Si lascia andare alla debolezza del cuore, senza accettare le conseguenze.
L’autrice ne traccia benissimo il profilo psicologico, la matrice caratteriale e la portata fantastica di un personaggio tormentato, ricco di risvolti interni, che “entra” nel fantastico ed “esce” nel reale con disinvoltura, quasi fondendo i due momenti.
Una sorta di indagine psicologica, qualcosa che si apre al mondo ma che, allo stesso tempo, si chiude dentro qualcosa di fantastico e immaginario, frutto di un tormento latente che accompagna la vita di Ramona Adler. Il personaggio del libro si mantiene in un gioco di equilibri difficilissimo, in una serie di alti e bassi che non si aprono mai, ma che nemmeno sprofondano.
Leggendo si sta sempre in allerta, non sono ammesse distrazioni, mai pensare di uscire dal libro perché se ne resta ipnotizzati, proprio a causa del vivido racconto che non ti lascia respirare altro, che contiene in sé una carica interiore come se ci si trovasse sdraiati sul lettino di uno psicoterapeuta, che deve aprirti la mente e penetrare nei cassetti più bui di essa per portarli a chiarore.
In questa altalena di emozioni, sullo sfondo, appare anche la città di Napoli; Via Toledo, i Quartieri Spagnoli. Non male una Napoli leggera, non invasiva, da contorno a una sorta di meticciato psicologico di fantastici personaggi. La nostra città completa, senza pesantezza, la storia di alcune anime inquiete, psicologicamente penzolanti, uno sfondo che, con le sue certezze, accompagna vite in tormenta.
Questo di Anita Curci non è un libro da comodino, da prendere a piccole dosi, va bevuto tutto d’un fiato e se ne rimarrà colpiti. Sembra come quegli amori a prima vista, un colpo di fulmine che ti stordisce, che ti fa perdere la ragione ma che ne conquista anima e cuore.
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In foto, la copertina del volume che inaugura una quadrilogia

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