“Ni sipeli: l’amore libera” di Cristina Vignato è un’opera che si caratterizza per la sua capacità di tessere insieme due narrazioni distanti nel tempo e nello spazio, ma unite da un filo rosso di profonda umanità e spiritualità.
Il romanzo ci trasporta in due mondi apparentemente lontanissimi: la Cuba schiavista del 1871 e la Vicenza operosa del 1992. Una delle due protagoniste del romanzo è Onaya, una giovane ragazza africana catturata e venduta come schiava a Cuba.
«Trascorse quindici anni della sua vita in quella fattoria, uscendo solo in rarissime occasioni in cui doveva accompagnare Zelde a sbrigare faccende al paese. La sua giornata scorreva tra il lavoro dei campi, la cucina e la cura degli animali, che amava moltissimo. Era troppo doloroso ricordare il passato, le gare di corsa con i fratelli, le feste per la luna piena, le danze intorno al fuoco e le miriadi di stelle che affollavano il cielo della sua foresta, quelle che vedeva lì erano diverse, sembravano più lontane, meno brillanti. Mantenersi sempre occupata a fare qualcosa l’aveva aiutata a non pensare, a non sentire la mancanza di un abbraccio confortante, di una parola dolce, delle coccole di sua madre mentre le cantava la ninna nanna «Yemaya asesu, asesu Yemaya», scrive Cristina Vignato per raccontare la terribile esperienza di Onaya.
Nonostante la sua vita si svolga in un contesto e in un periodo storico radicalmente diversi rispetto all’esistenza di Emma, giovane imprenditrice vicentina, entrambe sono accomunate da un’innata forza interiore e da una fede incrollabile nell’amore.
Tutto ciò che sembra dominare nel mondo materiale crolla di fronte a questo sentimento potente, che racchiude il seme della libertà. Cristina Vignato, con una prosa elegante, ci guida attraverso le esperienze delle due protagoniste raccontando le loro difficoltà ma esaltando soprattutto la capacità di trovare la libertà interiore anche nelle situazioni più avverse. L’autrice esplora con delicatezza i temi della schiavitù e del potere ma anche quelli della spiritualità e della ricerca del sé.
La sua narrazione è ricca di simbolismi che conferiscono al romanzo una profondità e una complessità che vanno oltre la semplice trama. Tratto da una storia vera, “Ni sipeli: l’amore libera” è un libro che ci ricorda che, nonostante le differenze esteriori, siamo tutti connessi da un’unica anima e che l’amore è la forza più potente dell’universo.
La figura di Cristina Vignato, Maestra dei registri akashici e counselor olistica, aggiunge un ulteriore livello di interesse al romanzo. La sua profonda conoscenza della spiritualità e della psiche umana si riflette nella sua scrittura, che è al tempo stesso poetica e illuminante. (Maria Rosaria Grifone)
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