Quando l’arte è un mezzo per denunciare i soprusi e le violenze di una citt . Lo sa bene Rosaria Iazzetta da sempre artista “anti camorra”, impegnata a urlare contro una societ che si lascia schiacciare dalla mancanza di speranza. Napoli, di persone cos ne ha bisogno per il miglioramento della qualit della vita.
Senza mezzi termini l’artista denuncia e grida contro la citt del malaffare, della criminalit e dell’omert . «Napoli ha tutto di buono dice l’artista ma siamo abituati a non vederlo e a non crederci più». Sono noti i suoi giganteschi banner dispiegati sulle Vele di Scampia, le scritte in giallo e nero che inneggiano alla speranza e alla felicit che è possibile ovunque, nella periferia di Napoli. Rosaria Iazzetta è un’artista partenopea che si muove tra Mugnano e Tokyo. Nel 2002 è la prima italiana ad accedere alla Tokyo National University of Art. Specializzata nella fotografia e nella fusione del ferro, usa questi strumenti per lanciare i suoi messaggi di accusa e di speranza.
Nel 2009 ha puntato il dito sulla sorte inevitabile delle donne che sposano uomini a servizio della malavita. Nelle foto, l’artista, vestita con abiti nuziali, è stata ritratta, in luoghi rappresentativi di Scampia accanto al marito gi privo di vita.
La Iazzetta con la sua arte parla di “Felicit “, conquistata e desiderata con difficolt , tra le macerie e i rifiuti di Napoli. Ed ecco foto di lei nuda, adagiata su i rottami di un mondo in rovina, la sola luce bagna il suo corpo illuminato mentre tutto intorno resta al buio.
Con provocazioni e sarcasmo l’artista cerca di far riflettere su una citt che non deve mollare. «Credo che la camorra sia un modo d’essere spiega non è da riferirsi solo alla criminalit organizzata. divenuto un comportamento diffuso. L’arte non può dedicarsi alla bellezza e dimenticarsi del disagio circostante».
Spesso i suoi lavori sono stati criticati e rifiutati ma questo non l’ha mai fermata. L’affronto più grande l’ha fatto nel settembre 2010 quando ha chiuso, temporaneamente, la porta Capuana di Napoli con una fotografia di 112 metri quadrati. Per l’artista non esiste modo migliore di dire la verit , contro la camorra, che manifestarla apertamente e a caratteri cubitali. stata una lotta all’omert contro chiunque fa finta di non vedere le ingiustizie che lo circondano. durato poco, solo tre giorni. Alcuni non hanno voluto leggere quella frase “Con la crisi, la camorra cresce e la speranza muore”.
Dopo pochi giorni dall’inaugurazione è stata tagliata via la parola camorra. Ma anche allora l’artista non si fermò «Quella scritta c’è, esiste e la gente la conosce bene e l’ha vista a caratteri cubitali – racconta la stessa Iazzetta – Il fatto che non si legga più non significa che essa non esista, anzi cancellandola l’hanno caricata di nuova forza». Paura? E di cosa? Risponde «Tanto si deve morire lo stesso ma è meglio vivere lottando contro i soprusi e per qualcosa per cui ne valga la pena, Napoli ne vale la pena. Penso che non esista un posto perfetto è inutile andarsene da Napoli. La nostra citt va amata e non abbandonata».
Nelle immagini, quattro operazioni di denuncia firmate Rosaria Iazzetta