passato tanto tempo, dieci anni, da quando, nel 2002, Rossella Scarano ha deciso di lasciare la chitarra per dare voce alle proprie composizioni, ai propri versi, quelli che, scritti di proprio pugno, sentiva di dover cantare.
Partita da l, una strada che l’ha portata a scandagliare i sentimenti umani, alla ricerca della loro faccia più intima e privata e, a volte, più dolorosa, alla ricerca delle dinamiche dei rapporti interpersonali e delle insicurezze umane. Una strada che, dopo la formazione, nel 2007, del suo gruppo, l’ha condotta all’apertura degli EPO alla Casa della musica (Na), alla Rock Tv School di Cusano Milanino (Mi), al Napoli Pride 2010 in Piazza del Plebiscito e al No B Day 2 a Piazza San Giovanni, Roma, sedi di esibizioni fantastiche e ancora al Diacetum Festival ’08 (dove arriva in finale), al Musica W Festival ’08 e al Premio Lunezia ’09 e, infine, nel 2012, alla creazione del suo primo album “Guardando Fuori” (Fullheads). All’intero dell’album, brani dalla grandissima carica espressiva e dalla disarmante dolcezza, si alternano ora in lingua inglese ed ora in italiano, grazie al grande bagaglio rock folk di Rossella, che spazia dal cantautorato femminile d’oltreoceano a quello del nostro paese.
Ma chi è Rossella Scarano? Questa giovane cantautrice che, bruciando le tappe, sta gi  travolgendo il palco musicale nazionale?Siamo andati a scoprirlo.
Com’è cominciata la tua avventura nel mondo della musica e del cantautorato?
Mi sono avvicinata alla musica da bambina grazie a mia madre, e ho cominciato a studiare chitarra. Nell’adolescenza ho iniziato a scrivere le prime canzoni e ho sentito il bisogno di cantarle io stessa, per cui ho deciso di dedicarmi attivamente al canto studiando con la M Cristina Florio.

Qual’è il tuo background musicale? Ci sono artisti/gruppi che ti hanno influenzato in modo particolare?

Quando mi sono avvicinata alla musica ho fatto il pieno di cantautrici americane (Joni Mitchell, Tracy Chapman, Carole King) e dei classici del rock. Ora ascolto davvero tante cose, mantenendo comunque una preferenza per artisti del mondo cantautorale e folk, come ad esempio Ani DiFranco. In Italia stimo molto Cristina Don  ed i Perturbazione, di cui apprezzo sia le atmosfere che il tipo di sensibilit  musicale.

La tua musica è considerata folk e rock, sei d’accordo con questa definizione?

E’ sempre difficile definirsi, il disco ha dei momenti rock ed il folk americano, fatto di chitarre acustiche e fingerpicking, è sicuramente uno dei fili conduttori dell’album, ma non l’unico. Tracce come “Guardando Fuori” e “Insensitive” credo rispecchino la voglia di non chiudersi in un genere rigido.

Come nasce "Guardando Fuori"?

“Guardando Fuori” è il risultato di un progetto musicale partito nel 2007, che mi ha visto arrangiare con la band che mi segue da anni (il batterista Diego Leone ed il chitarrista Marco Sannino) i brani che hanno poi composto il disco. Come primo disco è sicuramente un piccolo compendio di quella che è stata la mia evoluzione come compositrice ed autrice negli ultimi anni.

Nell’album si alternano canzoni in italiano e canzoni in inglese, puoi spiegare il perchè di questa scelta?

L’inglese è la lingua in cui ho cominciato a scrivere, perch dopo i tanti ascolti d’oltreoceano, comporre in inglese è stata la cosa più naturale per me. Ho cominciato successivamente ad usare anche l’italiano, perch mi permette una maggiore complessit  e profondit  d’espressione.

Sono brani dall’alto contenuto emotivo e psicologico, sono pezzi autobiografici? Ce n’è uno che ti rappresenta più di altri?

L’ispirazione parte spesso dalle proprie esperienze di vita e da quelle delle persone che ci circondano, ma le canzoni poi procedono spesso con le proprie gambe e mi capita che le parole prendano anche una strada diversa da quella che avevo immaginato all’inizio! Un pezzo che forse mi rappresenta molto sia per il testo che per la musica è “L’eco”.

Da artista napoletana, c’è tra i tuoi progetti futuri l’interpetazione di pezzi del classico napoletano, magari anche nel tuo stile? Pensi di comporre, in futuro, pezzi originali in napoletano?

Ho rivalutato molto, da qualche anno, il patrimonio della canzone napoletana, che prima sentivo più distante. Non so se scriverò in napoletano ma potrebbe essere una sfida molto particolare.

Credi che il riscatto di Napoli passi anche attraverso l’opera di artisti emergenti come te?

Credo che il riscatto passi attraverso l’opera quotidiana di tutti quelli che non si identificano nel clich negativo napoletano, di tutti quelli che hanno voglia di emergere e di rendere Napoli una citt  più giusta e vivibile. L’arte può dare sicuramente una mano all’emergere di questa voglia di cambiamento, può rendere visibile a chi non conosce la nostra realt , un’immagine di Napoli legata a valori come la creativit  e la determinazione. Questi valori esistono e vanno coltivati!

In    foto, Rossella Scarano

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