Il sogno di Morfeo. Sarà fino al 5 marzo alla Sala Assoli di Napoli ( stasera e domani alle 20,30, domenica alle 18). La regia dello spettacolo è di Antonio Piccolo; in scena, Mario Autore, Antonia Cerullo, Melissa Di Genova, Antonio Piccolo, Emilio Vacca.
All’Eremo dei Sogni il dio Morfeo, sua sorella Notturno e l’assistente Artemidoro di Daldi sono alle prese con l’invio dei sogni ai mortali. Ma ormai non si possono creare altro che incubi, perché l’immaginario degli umani si è inaridito. C’è solo una sognatrice che dà soddisfazione: si chiama Alice, fa dei bellissimi sogni e si diverte a guidarli. Il suo ultimo bisogno però sta durando più del dovuto… Alice è in coma! Morfeo, Notturno e Artemidoro si mettono in testa di svegliarla e salvarla. Ma le loro forze non bastano. Si recano a Bubastis, nell’antico Egitto, nell’antro di Bastet, Dea del Sonno: un’enorme creatura, metà gatta e metà umana, che parla un linguaggio criptico da indovina. È solo la prima tappa del loro viaggio nel tempo, nello spazio e nel sogno, per salvare gli uomini e ricordare loro di sognare.
Spiega il regista: «Sappiamo ormai tutto sui sogni. Eppure trascuriamo di riflettere su una banale verità: trascorriamo almeno un quarto della nostra esistenza sognando. Un quarto di esistenza in cui il cervello ha le stesse percezioni che ha nella veglia e forgia una parte fondamentale della nostra identità. Ne “Il Sogno di Morfeo”, dunque, si ribalta una regola spesso applicata in teatro: non è la “vita vera” a stare in scena, ma la vita interiore. Vediamo l’Eremo dei Sogni, il mondo del sonno; fuori, dietro le quinte, c’è il mondo della veglia. È “la vita a occhi chiusi” a esser protagonista: un luogo che pare un circo, una navicella spaziale, lo studio di un alchimista e la cucina di uno chef, malgrado sia capitanato da Morfeo, un dio dell’antichità. Ma il mito, liberamente adottato, qui rinasce dialogando col Presente».