Le stazioni della metropolitana stupiscono soprattutto i turisti per la bellezza delle opere di arte contemporanea che custodiscono. Che, tuttavia, non sono sfuggite a sfregi e offese ripetuti. Ma gli allievi e le allieve dell’Accademia di Belle arti di Napoli, adesso, a Salvator Rosa, ne riportano 4 allo splendore originali: Ritmo nello spazio di Renato Barisani, Senza titolo di Enzo Cucchi, Napoli città madre di Ugo Marano, Senza titolo di Mimmo Paladino.
Gli interventi di recupero sono stati presentati ieri mattini proprio nel luogo dove sono state restituite. Alla cerimonia hanno partecipato l’assessore alla mobilità del Comune di Napoli Edoardo Cosenza, l’amministratore unico dell’Azienda napoletana mobilità Nicola Pascale, il direttore dell’Accademia di Belle Arti Renato Lori.
Dopo i restauri eseguiti sulle opere di Sol LeWitt e Ettore Spalletti alla stazione Materdei, anche i nuovi interventi sono caratterizzati dall’esperienza consolidata dei cantieri-scuola: veri e propri laboratori multidisciplinari che hanno visto all’opera restauratori professionisti, esperti in diagnostica delle cause di degrado e fotografi dell’Accademia, tesiste e studentesse del IV e V anno del quinquennio in restauro abilitante alla professione, con il coordinamento scientifico di Giovanna Cassese, in collaborazione con gli storici dell’arte del patrimonio artistico Anm e i tecnici delle opere civili e degli impianti tecnologici della stessa azienda.
Per la progettazione e realizzazione degli interventi straordinari di restauro di ciascuna opera, è stata svolta una specifica ricerca storico-artistica, documentaria e scientifica, completa di schedatura conoscitiva delle tecniche e dei materiali costitutivi, campagne fotografiche dedicate e indagini diagnostiche. Coinvolti, attraverso interviste, i protagonisti della filiera del contemporaneo: artisti, eredi, fondazioni, galleristi, artigiani, installatori.
Complesso e articolato, l’intervento sull’opera in ceramica di Enzo Cucchi in grave degrado a causa dei ripetuti atti vandalici, con fratturazioni e distacchi dei rivestimenti ceramici, diverse mancanze di piccola o media entità ed estese e spesse stratificazioni di graffiti.
Anche “Napoli città madre”, la simbolica opera di Ugo Marano, molto compromessa da azioni devastanti, torna ora alla piena leggibilità. Il cantiere-scuola di entrambe le opere presso la II uscita della stazione, è stato diretto da Manlio Titomanlio, docente di restauro per la decorazione.
Prossimo obiettivo, entro aprile, il restauro sull’opera in ceramica di Lucio Del Pezzo che riveste l’ascensore esterno della stazione Materdei mentre è in fase di definizione l’avvio dei nuovi cantieri per le opere “A subway è cchiu sicura” di Perino & Vele a Salvator Rosa e sul dipinto murale di Michal Rovner alla stazione Municipio.
Si spera, nel frattempo, che qualcosa accada anche alla funzionalità della metro: speriamo che le corse dei treni diventino finalmente regolari. A misura di cittadini/e adesso in ostaggio della casualità.
”