Seppure funestata dagli scontri dei manifestanti con la polizia, l’inaugurazione della stagione lirica del teatro di San Carlo ha rispettato il copione di ogni anno numerose le autorit , tra cui il sindaco Luigi De Magistris, il presidente della Giunta Regionale Stefano Caldoro, una folta rappresentanza del Governo in carica (ben cinque ministri Lorenzo Ornaghi, Francesco Profumo, Paola Severino, Filippo Patroni Griffi, Piero Giarda) e il pubblico delle grandi occasioni.
La prima della Traviata di Ferzan Ozpetek ha voluto rendere omaggio al musicista di Busseto in occasione del secondo centenario della nascita. L’attesa maggiore era sicuramente per il regista italo-turco, alla prese con la sua seconda regia in un teatro d’opera. forse scontato dirlo, ma la storia d’amore tra la prostituta Violetta e il nobile Alfredo è stata presentata come in un film. Accanto al regista hanno lavorato note firme del cinema, come lo scenografo Dante Ferretti e Maurizio Calvesi, impareggiabile manovratore delle luci.
Se di cinema si tratta, sicuramente, bisogna precisare che è una cinematografia che mette al suo centro l’uomo, con tutte le sue grandezze e le sue miserie. Il regista, come quando opera dietro la macchina da presa, ha lavorato in profondit , ha scandagliato le misteriose latebre dell’animo umano, ha messo a nudo i sentimenti e le sensazioni dei protagonisti.
Forse un po’ oscurato dalla fama del regista, il direttore d’orchestra Michele Mariotti è passato un po’ in second’ordine. Immeritatamente, però la direzione è stata sobria, senza orpelli, forse senza slanci particolari, è vero, ma ha garantito una uniformit di condotta dalla prima all’ultima nota, che ha sorpreso piacevolmente. Straordinarie le voci di Carmen Giannattasio (Violetta) e di Saimir Pirgu (Alfredo). In coerenza con scene e regia i costumi di Alessandro Lai. La Parigi che fa da sfondo alla vicenda è presentata in una prospettiva orientaleggiante, che impreziosisce la vicenda e contamina la storia dei due infelici amanti.
L’influsso proustiano si coglie appieno nella decisione di spostare l’azione nel 1910, negli anni in cui in Turchia le persone amavano vestirsi all’occidentale. In ideale continuazione con la lezione di un grande regista, che ha regalato preziose letture della Traviata, Franco Zeffirelli, Ozpetek ha curato molto la recitazione i cantanti sono visti innanzitutto come attori. Carmen Giannattasio è una esplosione di sensualit , è carnale, sinuosa e maliziosa, una vera gatta.
Amore e morte si sfidano a duello per tutta la vicenda, che culmina in maniera imprevista con la morte di Violetta fuori del letto, in uno spazio astratto, nero, nel quale una luce bianca illumina il letto bianco, irrorandolo di un bagliore che cozza con il buio circostante, come l’amore cozza contro la morte, la purezza contro il peccato.
Si replica fino al 15 dicembre
In homepage, una scena della Traviata al San Carlo
In foto, scatto di Luciano Romano sulla Traviata