Ridateci il San Carlo! Finita la fase della ristrutturazione, messi a posto i conti, ora non resta che pensare a risollevare anche la qualit degli spettacoli. Il 5 dicembre si è alzato il sipario con Tosca di Puccini (in scena fino al 17 dicembre). Non è stato molto chiaro se fosse una prima, un’anteprima; concludiamo, leggendo il foglio di sala, che era il turno F e basta. “un segno dei tempi”, dir qualcuno: una scelta di sobriet che si spiega con il momento di grande difficolt che vive la lirica nel Paese, a causa dei pesanti tagli a carico delle fondazioni liriche. Quello che ancora una volta stupisce è il confronto, inevitabile, con la inaugurazione della Scala. A Milano la prima (innanzitutto), le proteste degli studenti, il carosello dei vip; a Napoli niente prima, niente proteste, niente di niente. Napoli che cosa fa? Aspetta, ormai la rassegnazione domina, l’indifferenza ha avvolto gli animi con un torpore preoccupante e sterile.
Il capolavoro di Puccini era gi stato presentato la scorsa estate al Teatro Grande di Pompei; oltre a questa ripetizione, il pubblico ha dovuto ingerire anche la replica dell’artificio dello specchio che ritraeva la platea, gi visto di recente in Traviata. In quel caso, il regista volle riversare sul pubblico tutto il degrado morale e l’abiezione che erano sulla scena. Stavolta non si compreso quale fosse il fine dell’artificio, che è stato visto da molti soltanto come un fastidioso “dej vu”.
Per fortuna, c’era Bruson: è merito suo se l’opera ha tenuto, se l’assoluta inadeguatezza di Hasmik Papian non ha fatto crollare lo spettacolo: il soprano ha una voce infelice, che diventa sgraziata in alcuni acuti, davvero orribili. Modesta anche la performance di Aquiles Machado, che ricopriva il ruolo di Mario Cavaradossi. Maurizio Benini ha condotto l’orchestra con onest , senza colpi d’ala e senza particolari scelte interpretative. La regia di Luca De Fusco ha puntato molto su simbologie scontate, sull’inclinazione del palcoscenico: insomma, ha mirato all’effetto, più che al lavoro sottile di interpretazione che ci saremmo aspettati.
Renato Bruson ha nobilitato la serata, con la sua voce potente e calda, con la sua interpretazione sobria e consolidata dall’esperienza. Bruson è uno Scarpia imponente, solenne, grande nella fierezza, come nella malcelata passione per la donna che preferisce uccidersi, piuttosto che cedere ai suoi ricatti. Positivi gli interventi del coro, deliziosi i bimbi del coro di voci bianche diretto da Stefania Rinaldi.
In foto, due momenti dello spettacolo
Prossimi appuntamenti
10 dicembre
Mozart/Liszt
recital di pianoforte
pianista Aldo Ciccolini
dal 21 al 23 dicembre
Cherubini/Rossini/Schubert
direttore Riccardo Muti
Orchestra e Coro Teatro San Carlo
dal 29 dicembre 2010 al 3 gennaio 2011
Bernstein/Gershwin/Čhaikovskij/Ravel
direttore Daniel Oren
Orchestra Teatro San Carlo