Napoli e la Campania, culla di tante tradizioni, possono rivendicare moltissime specialit artigianali. Tra le tante c’è quella tessile e perfettamente inserite ci sono le sete di San Leucio. La zona delle antiche botteghe tessili era a ridosso della storica Piazza Mercato ed è ancora l che alcuni operatori del settore lavorano. Da cinque anni, il Consorzio antiche botteghe tessili opera, attraverso una rete di energie attive sul territorio, per ridargli la visibilit che merita attraverso mostre, eventi e progetti. Il presidente del Consorzio, Claudio Pellone, lavora alacremente per dare forma a una progettualit condivisa sul formidabile quartiere Mercato.
Ealla Camera di Commercio di Napoliè stato presentato nell’ambito dell’evento, “Una storia antica dalla trama moderna”, il nuovo marchio “San Leucio silk” promosso dalla rete San Leucio Textile e dalla Camera di Commercio di Caserta con l’obiettivo di recuperare, tutelare e rilanciare la pregiata produzione serica dell’area collinare casertana. «Oggi, in sinergia con Unioncamere, recuperiamo un pezzo di storia istituendo un marchio pubblico a cui possono partecipare, tutti coloro che rispettano il disciplinare, intendono fare rete e cogliere nuove opportunit d’impresa. Si apre una nuova stagione per una grande eccellenza», cos, dopo i saluti del presidente Unioncamere Campania, Andrea Prete, Tommaso De Simone presidente della Camera di Commercio di Caserta.
Il presidente della Rete San Leucio Textile, Gustavo Ascione, si è soffermato sul tema della cooperazione tra le imprese per lo sviluppo dei mercati «Il marchio ha due anime, da un lato la qualit del prodotto, garantita dall’utilizzo di fibre naturali, tinture ecocompatibili e un alto livello di rifiniture; dall’altro l’etica di produzione. Chi aderisce al marchio si impegna a rispettare il codice etico ereditato dalla tradizione borbonica che poggia sul rispetto e la valorizzazione dell’ambiente, del territorio e della risorsa umana. In più, il rapporto diretto tra la nostra rete d’impresa e il committente riduce il costo del prodotto, abbattendo tutti gli intermediari della distribuzione tradizionale. L’eccellenza della lavorazione ad un prezzo accessibile mira cos ad un allargamento della platea dei fruitori»,
La Camera di Commercio di Caserta, proprietaria del marchio, affiancher in questo progetto tutte le imprese che vorranno commercializzare, anche a livello internazionale, i prodotti realizzati. Ereditando la tradizione borbonica settecentesca, il lavoro sinergico tra i produttori serici e l’istituzione camerale punta alla fusione tra modernit , tradizione ed innovazione, che trova sbocchi in disparati campi, dall’arredamento, all’haute couture.
Vincenzo Cimmino, consulente marketing del progetto, traccia il profilo strategico di San Leucio Silk, a partire dal cambio di mentalit che i nostri tempi cercano. Destrutturare per costruire, questo il filo conduttore. Lasciare, prima di tutto, cadere l’individualismo degli imprenditori meridionali, cogliere il suggerimento “illuminato” che ci arriva dal codice borbonico di San Leucio, risalente a trecento anni fa, nel modo di approcciarsi alle produzioni e osare, perch no, nell’ inventare nuove trame.
Oggi, dice Cimmino, per tradurre questa eccellenza campana in business è fondamentale saperla raccontare, puntare, quindi, su una comunicazione emotiva, attraverso svariati eventi. Un luogo deputato alla comunicazione del progetto, per la presenza del tessile moda e tessile casa è proprio il quartiere Mercato. Comunicare agli addetti le opportunit che si possono aprire anche nel quadro gi tracciato nei vari progetti di start up che intendono ripristinare la storica filiera del tessuto, considerando anche che il più alto numero regionale di esercizi commerciali dedicati al tessile casa è per eredit storica ancora allineato nel quartiere Mercato.
Non tutti sanno che le sete di San Leucio sono presenti in Vaticano, al Quirinale, nello Studio Ovale della Casa Bianca, al Parlamento di Malta e a Buckingham Palace, solo per fare alcuni esempi, quindi non è possibile pensare che cinesi, indiani e turchi si siano impossessati della produzione, l’obiettivo è rilanciare il prodotto per tornare a produrne grandi quantit .
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In foto, le sete di San leucio in esposizione durante la conferenza stampa alla Cameria di Commercio di Napoli