La nuova stagione del teatro Sancarluccio si apre con una domanda: i piccoli teatri sapranno resistere alla vessazioni ed alle dimenticanze dei finanziamenti pubblici, che, davanti alla cultura, diventano ciechi al pari della fortuna? Da questo interrogativo non deriva una risposta logica, ma un atto di follia di vera resistenza, che chi fa professione d’ arte o arte di professione è chiamato a rendere. A Napoli la cultura non paga. A Napoli la cultura è un dovere morale.
” Les jeux son faits, rien na va va plus “(….sol chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa) teatro, musica, poesia, laboratori, non è semplicemente il titolo della stagione 2010 2011, ma anche il simbolo di una sfida da parte di una storica compagnia contro la fuga dei cervelli, anche artistici, dal capoluogo partenopeo.
In tutto l’iter teatrale, forte è l’attenzione verso le compagnie giovani e la sperimentazione come si evince da “La corte della formica 2009 V edizione” Festival di Corti Teatrali, in palcoscenico fino al 24 ottobre o da “Hamletelia. Perfidia il tuo nome è donna”, riscrittura- adattamento dall’Amleto di Sheakespeare, dal punto di vista di Ofelia, scritto, diretto ed interpretato in italiano ed in inglese da Caroline Pagani dal 29 al 31 ottobre.
Con “Mangiami l’anima e poi sputala”, opera ispirata al romanzo omonimo di Giovanna Furio, di e con Licia Lanera e Riccardo Spagnuolo, la programmazione assume un tono trasgressivo, proponendo un lavoro controverso, in cui si descrive il fidanzamento tra una giovane schizofrenica e Gesù Cristo.
Dal diciotto al ventuno novembre “E io scrivevo canzoni…”omaggio a Franco Nico, con Pina Cipriani, racconta l’anima musicale dell’artista scomparso nel novembre del 2008, attraverso brani della sua storia di grande autore.
“Buchi nel cuore” di Pietro Floridia e Angelica Zanardi, in cartellone dall’11 al 14 novembre, si propone di dar voce al mondo femminile durante la sette giorni dedicata alla violenza contro le donne ed inaugura una stagione teatrale in parte costruita su settimane tematiche.
“Rose rosse” di Sista Bramini ed Enzo De Liguoro, monologo incentrato sul percorso di formazione di un giovane napoletano tra gli anni settanta ed ottanta e “Il fulmine nella terra – Irpinia 1980” scritto e diretto da Mirko Di Martino con Orazio Cerino, si innestano sul tema del ricordo, leit-motiv teatrale di fine novembre ed inizio dicembre, mentre a gennaio “Concentramento” , testo e regia di Roberto Solofria e “Yiddish soup”concerto di musica Klezmer caricano di riflessione la sette giorni della memoria.
Tra la settimana della Shoa e quella dedicata al ricordo, il Natale si apre come il tempo della tradizione per poi chiudersi con uno spettacolo intelligentemente trasgressivo.
“Napolinscena a Natale” con Pina Cipriani, e “Tombolata Show” irriverente cabala numerica tradizionale, reinventano due classici della cultura popolare napoletana, la canzone ed i numeri. “Very Christmas Superstar”, spettacolo previsto per le notti di natale e Santo Stefano, ideato da Claudio Finelli per la regia di Myriam Lattanzio, è una piccola favola camp musicale, ispirata al “Canto di Natale” di Dickens rielaborato attraverso tematiche gay, su un Natale che non c’è, ma che potrebbe esserci, su una societ che non esiste, ma che si potrebbe creare.
Marzo apre con il ciclo “Anniversari” con un omaggio ad uno dei compositore del settecento napoletano, Francesco Feo e prosegue con “Fedra”, interpretata da Terry Paternoster, lavoro che sottolinea la variet della proposta teatrale del Sancarluccio, fedele tanto all’innovazione quanto all’impegno verso i classici. “Giovanna D’arco, eroina o visionaria” è protagonista ad aprile. Gianluca Masone, Diego Santanelli ed i Sovversa, riportano sulle scene un personaggio di grande provocazione, sospeso tra la concretezza del tempo storico e le ragioni altre, ma anche partigiane di un misterioso progetto-guida indicato dalle mistiche (o mistificanti?) voci.
“Teatro Scuola” e “Teatro Laboratorio” sono le due proposte del Sancarluccio per le scuole.
Spettacoli come “Plautobus”, in cui si racconta rigorosamente in latino un Paluto come non l’abbiamo mai visto, “La ballata del carcere di reading”, di Oscar Wilde, opera autobiografica e condanna accesa della pena di morte, in parte scritta a Napoli e “La scatola delle emozioni”, laboratorio di teatro diretto da Gianluca Masone, a cura dell’associazione “L’Ascolto” fanno da controcanto ai workshop ed i seminari di studio per adulti tra cui spiccano “La maschera e il racconto”, laboratorio di drammaturgia d’attore e “L’interpretazione dei classici della canzone napoletana” con Pina Cipriani.
Le card promozionali, la volont di resistere sul territorio attraverso la cultura, i laboratori e le iniziative rivolte ai giovani fanno del Sancarluccio una realt rara, parte attiva di un progresso, che, si spera, torni senza andare via come una passeggera “stagione dell’amore”.