Tra memoria e futuro si parla di Napoli. Nel palazzo della scuola orafa La Bulla domani, giovedì 23 giugno, alle 19, in via duca di San Donato 73. In terrazza, con aperitivo finale.
Spunto del dibattito, la presentazione di due libri editi da La Valle del tempo Agorà. Ombre e storia nelle piazze di Napoli curato da Francesco Divenuto, Clorinda Irace, Mario Rovinello e Agorazein. Andare a zonzo per le piazze di Napoli a cura di Francesco Divenuto.
Con scritti di: Barbara Abatino, Sergio Attanasio, Guido D’Agostino, Vega de Martini, Silvio de Majo, Riccardo de Sangro, Luciana Di Lernia, Patrizia Di Meglio, Francesco Divenuto, Donatella Gallone, Clorinda Irace, Marisa Lembo, Maria Rosaria Nappi, Gennaro Oliviero, Massimo Rippa, Salvatore Ronga, Mario Rovinello, Maria Sirago, Maurizio Vitiello.
Il Palazzo La Bulla, di proprietà del Comune di Napoli, è a pochi passi dal Duomo e da altri importanti monumenti cittadini, come la magnifica chiesa gotica chiesa di S. Eligio ed è gestito dal Consorzio Antico Borgo che ne ha lanciato la rinascita attraverso un meticoloso restauro.
Centro di formazione artigianale, accoglie su 4 piani, il Museo dell’Arte Orafa tra area per le conferenze, creative lab, start Up. E luogo anche d’incontri culturali e conversazioni su tanti progetti.
La scelta di proporre al pubblico del Quartiere Mercato i due volumi non è casuale: il Consorzio, guidato da Roberto de Laurentiis, infatti, da anni è impegnato nella valorizzazione dell’intera zona e dell’adiacente Borgo Orefici insieme al Consorzio antiche botteghe tessili di piazza Mercato, presieduto da Claudio Pellone. E i due presidenti introdurranno la serata parlando con alcuni dei curatori e degli autori delle due pubblicazioni.
Tra i racconti editi, ce n’è uno dedicato a piazza Mercato, anticipato da una scheda che narra la lunga storia di quell’area dove Carlo d’Angiò trasferì il Mercato della città (nel 1270) facendolo traslocare dal decumano maggiore.
Nel testo riemergono figure leggendarie come la giovane nobildonna Lucrezia d’Alagno che s’innamorò perdutamente del re Alfonso V d’Aragona, Eleonora Pimentel Fonseca, prima donna direttrice di un giornale, il Monitore, anima femminile della Repubblica partenopea del 1799,e anche Renato Carosone.
Il musicista nacque nel 1920 in vico dei Tornieri, a due passi dall’esedra dell’architetto settecentesco Francesco Sicuro, e da lì partì poi alla conquista del mondo con le sue celebri canzoni.