Mobilit ciclistica, progetto “Piedibus”, “Critical Mass Napoli”. “Go Pedelec” sono tutti obiettivi di sostenibilit ambientale e di nuova concezione per la vivibilit degli spazi urbani sui quali la citt di Napoli sta scommettendo.
Biciclette a pedalata assistita, carovane di alunni accompagnati a piedi nel percorso “casa, scuola, casa”, passeggiate in bicicletta per il centro storico rappresentano la nuova frontiera di chi coniuga mobilit sostenibile, salubrit dell’ambiente e salute pubblica.
Agli inizi degli anni ’90 in poche citt al mondo i cittadini, con il più classico passaparola, cominciano ad “armarsi” del mezzo a due ruote per sfidare gli automobilisti, pretendendo sempre di più spazi da sottrarre a gas combusti e ad inquinamento dell’aria. Oggi vi è addirittura un movimento internazionale che attraversa l’India, il Canada, la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, la Svezia, la Germania, l’Ucraina, la Russia, l’Inghilterra e l’Italia. Citt come Vienna, Utrecht, Graz, Stoccarda, Roma e Napoli guardano con interesse alla ecosostenibilit e mostrano attenzione alle sollecitazioni progettuali degli organismi sovranazionali per ridefinire la viabilit nei rispettivi centri urbani.
Nel 2009 l’amministrazione comunale di Napoli avvia un partenariato istituzionale deliberando la “Consulta per la mobilit comunale” affinch le politiche per la riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico, caratterizzate dalla concentrazione di agenti inquinanti come PM 10, benzene e biossido di azoto, il potenziamento del trasposto locale, l’incremento della sicurezza stradale ed una strategia per favorire l’integrazione intermodale tra i diversi sistemi di trasporto trovassero una condivisione direttamente con i city users.
Ventinove soggetti tra associazioni a difesa degli utenti e dei consumatori, rappresentanti dei disabili, sindacali e degli esercenti i pubblici servizi si confrontano in una delle citt più caotiche al mondo su zone a traffico limitato, isole pedonali, trasporto collettivo, videosorveglianza ed accessi elettronici.
Ma il progetto più ambizioso ed avveniristico riguarda la creazione di ben 20 chilometri di pista ciclabile che parte dalla zona occidentale e termina nella zona orientale, passando per la fascia costiera centrale, aggiungendo alla intermodalit tradizionale (metropolitane, funicolari e tram) anche quella ciclistica.
Più di un milione di euro per tracciare una linea continua che dovr superare mille ostacoli tra vie strette, interruzioni strutturali, salite, discese, case e finanche un miope retaggio culturale di chi guarda non oltre il suo naso. Cos potremmo identificare la citt con una dicitura allargata:”Napoli citt di mare e della mobilit ciclistica”.
Napoli è una delle aree urbane più congestionate al mondo. Ne sono dimostrazione alcuni numeri da capogiro: tra le 7:30 e le 9:30 del mattino si spostano oltre mezzo milione di persone che creano una domanda di sosta di circa 200 mila mezzi a motore.
Mentre ogni giorno entrano in citt , dall’area metropolitana, circa 180 mila persone ne escono poco meno di 90 mila. Questo vuol dire che, con buona approssimazione, la popolazione di Napoli aumenta, quotidianamente, di circa il 17%. Un peso davvero insopportabile per una citt che riflette una conurbazione urbana dettata da scelte storicamente dissennate, sin dal secondo dopoguerra, tanto da “affogare” nel traffico privato.
E’ necessaria una opzione di qualit che tenti almeno di riequilibrare il saldo ambientale, allo stato, sensibilmente compromesso. Nessun estremismo ambientalista n tantomeno una posizione ortodossa contro i mezzi di trasporto privato, ma una moderna concezione dello spazio pubblico permetterebbe una migliore qualit della vita e una citt a misura di chi la vive e la vuole rispettare, oltre a voler rispettare se stesso.
Nella foto, il golfo di Napoli