Sessa Aurunca/ Nel Castello ducale nasce il (primo) museo archeologico che ricostruisce la storia antica del territorio

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Da oggi l’Italia ha una nuova struttura museale. Si è appena inaugurato, infatti, il Museo archeologico curato da Carlo Rescigno (universita Vanvitelli) e Marco Giglio (L’Orientale).
Nei suggestivi spazi del Castello ducale (foto) che finora ospitavano in un’unica sala una piccola parte dei reperti archeologici provenienti dal Teatro romano della città – si sviluppa un altro prezioso tassello della rete museale nazionale. L’allestimento è stato realizzato grazie ai fondi per l’accessibilità previsti dal Pnrr.
Un passo importante per la comunità sessana: si tratta del primo museo archeologico per la città, che si connota per la sua dimensione territoriale, raccontando l’ampio territorio comprendente la Campania oltre il Volturno e il basso Lazio, tra le montagne di Treglia e la costa di Mondragone, fino ad Aquino e al promontorio Circeo.
Il museo ricostruisce la storia del territorio popolato dagli Ausoni-Aurunci, dalle origini nell’età del Ferro (IX-VIII secolo a.C.), fino alla fondazione delle colonie latine di Suessa e Minturnae dopo la conquista romana del 313 a.C.
Nelle prime tre sale il racconto è dedicato alle fasi preromane, con le ricche testimonianze sugli insediamenti ausoni, fortemente connotati dal sacro, seguite da un focus specifico sui santuari e le aree sacre recintate. Tra questi, spesso costruiti al di fuori delle città, immersi nella natura, lungo i fiumi o sulle alture, il più noto è il santuario dedicato alla dea Marica, presso la foce del fiume Garigliano, di cui vengono ora esposti i numerosi votivi.
Le sale successive illustrano l’età romana, con tre distinte narrazioni. La prima è dedicata al territorio extraurbano, caratterizzato dalla presenza di ville rustiche e insediamenti dediti alla produzione di vino (si pensi al Falerno) con le annesse aree destinate alla sepoltura dei defunti.
La seconda, allo spazio urbano di Suessa, con la restituzione delle evidenze archeologiche ancora visibili – nonostante la sovrapposizione della città medioevale e moderna – pertinenti soprattutto ai principali edifici pubblici.
L’ultima si sofferma sul teatro di Sessa Aurunca, uno degli edifici pubblici di età romana più imponenti scoperti sinora in Campania. Qui, il posizionamento degli elementi di arredo richiama quello che era stato progettato per gli spazi del teatro, sia pur adattandosi ad un ambiente ben differente, e il fulcro visivo è costituito dalla celebre statua di Matidia minor (che era collocata al centro della frons scenae).
Il percorso museale è integrato da installazioni interattive e postazioni tattili (per i non vedenti) progettate e sviluppate dallo studio di design Dotdotdot, con contenuti personalizzabili e accessibili in modalità diverse, che rendono l’allestimento inclusivo e accessibile a tutti i pubblici.
Ogni oggetto è accompagnato da un QR code che attiva una spiegazione audio. Le stazioni interattive di approfondimento, invece, guidano il visitatore nell’esplorazione dell’evoluzione del territorio, nel periodo preromano e in quello successivo alla conquista romana: ognuna di queste fasi cronologiche viene raccontata attraverso una mappa interattiva, che consente di visualizzare informazioni dinamiche, personalizzabili e accessibili, e di un video in loop (uno dei quali posizionato in uno specchio) che arricchisce la narrazione con contenuti visivi coinvolgenti.
Inoltre, utilizzando tecniche di visualizzazione in 3D, attraverso due video in loop è possibile vedere da vicino due reperti archeologici non presenti nel museo ma fondamentali per la comprensione della storia, dell’arte e dell’architettura del popolo aurunco.
Il primo è la celebre Kore o Afrodite di Sessa, conservata al British Museum, uno dei più alti esempi di bronzistica votiva di stile tardo arcaico, probabilmente opera di un artigiano etrusco di Capua. Il secondo è il teatro di Sessa, la cui ricostruzione 3D è realizzata per far percepire la spazialità della struttura e per aiutare i visitatori a collocare visivamente nel teatro di Sessa i reperti presenti nel museo.
Grazie a un accordo con il Museo archeologico nazionale di Napoli la Venere di Sinuessa viene esposta finalmente e per la prima volta nel suo territorio di provenienza, per quattro anni.
Per saperne di più
Learn more at
Museo Archeologico Nazionale di Sessa Aurunca
Piazza Castello, 2 – 81037 Sessa Aurunca (CE)
+39 0823936455
drm-cam.sessa@cultura.gov.it
museicampania.cultura.gov.it
Orari: martedì e venerdì 15.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30), mercoledì, giovedì, sabato e domenica 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30), lunedì chiuso.
Biglietti: ordinario 5€, ridotto 18-25 anni 2€, gratuito 0-18 anni e aventi diritto. Il biglietto è valido anche per l’ingresso al Teatro romano di Sessa Aurunca.
https://www.museiitaliani.it/acquista-biglietto

Sessa Aurunca/ The ducal castle houses the (first) archaeological museum, which reconstructs the ancient history of the area

From today, Italy has a new museum. The Archaeological Museum, curated by Carlo Rescigno (Vanvitelli University) and Marco Giglio (L’Orientale), has just opened.
In the evocative rooms of the Ducal Castle (photo), which until now housed a small part of the archaeological finds from the city’s Roman theatre in a single room, another valuable piece of the national museum network is being developed. The installation was made possible thanks to the accessibility funding provided by the NRP.
This is an important step for the municipality of Sessano: it is the first archaeological museum for the town, which is characterised by its territorial dimension, telling the story of the vast territory that includes the Campania region beyond the Volturno river and lower Lazio, between the Treglia mountains and the Mondragone coast, as far as Aquino and the Circeo promontory.
The museum reconstructs the history of the area inhabited by the Ausoni-Aurunci, from its origins in the Iron Age (9th-8th centuries BC) to the foundation of the Latin colonies of Suessa and Minturnae after the Roman conquest in 313 BC.
The first three rooms are dedicated to the pre-Roman period, with the rich evidence of the Auxonian settlements, strongly marked by the sacred, followed by a specific focus on sanctuaries and sacred areas. These were often built outside the towns, surrounded by nature, along rivers or on high ground, the most famous of which is the sanctuary dedicated to the goddess Marica, at the mouth of the Garigliano river, whose numerous votive offerings are now on display.
The next rooms illustrate the Roman period with three different narratives. The first is dedicated to the suburban area, characterised by the presence of rustic villas and settlements dedicated to wine production (think of the wine of Falerno) with adjoining cemeteries for the dead.
The second is the urban area of Suessa, with the recovery of the archaeological remains that are still visible – despite the overlapping of the medieval and modern city – and which mainly concern the main public buildings.
The second focuses on the Theatre of Sessa Aurunca, one of the most impressive Roman public buildings discovered in Campania to date. Here, the positioning of the furnishing elements is reminiscent of those designed for theatrical spaces, albeit adapted to a very different environment, and the visual focus is the famous statue of Matidia minor (which was placed in the centre of the frons scenae).
The museum tour is complemented by interactive installations and tactile stations (for the visually impaired), designed and developed by the Dotdotdot design studio, with customisable content that can be accessed in different ways, making the exhibition inclusive and accessible to all audiences.
Each object is accompanied by a QR code that activates an audio description. The interactive stations, on the other hand, take the visitor through the development of the territory, the pre-Roman period and the period after the Roman conquest: each of these chronological phases is narrated through an interactive map that displays dynamic, customisable and accessible information, and a looping video (one of which is positioned in a mirror) that enriches the narrative with engaging visual content.
In addition, using 3D visualisation techniques, two looped videos provide a close-up view of two archaeological artefacts that are not on display in the museum, but are fundamental to understanding the history, art and architecture of the Aurunco people.


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