Glory hole, il film del regista Romano Montesarchio presentato in anteprima mondiale allo Shanghai International Film Festival in corso fino al 23 giugno.
Dopo una lunga carriera da documentarista, il regista casertano, che si è sempre concentrato su temi di marginalità (La Domitiana e Ritratti abusivi) o criminalità (Black Mafia), abbandona il realismo per esplorare la realtà con un approccio visionario.
Girato tra Casal di Principe, Caserta e Napoli, l’opera è ambientata quasi interamente in un bunker e narra la parabola criminale di uomo e la sua incapacità di amare e rapportarsi alla bellezza.
Silvestro (interpretato da Francesco Di Leva), colletto bianco della camorra, incrocia la bellezza nello sguardo di Alba (Mariacarla Casillo), figlia del boss per cui lavora (Gaetano Di Vaio, interprete oltre che produttore del film).
Un incontro fatale che spinge l’uomo, incapace di commisurarsi con la purezza dell’amore della ragazza, a compiere un atto irreparabile. Per salvarsi, Silvestro con la complicità di un prete in crisi (Mario Pirrello) e un eccentrico proprietario di club privé (Roberto De Francesco), suoi amici di d’infanzia, deve rintanarsi in un bunker sotterraneo. In questo luogo oscuro, tra allucinazioni e ricordi, sarà̀ costretto, a fare i conti con il suo passato e con i suoi sensi di colpa, comprendendo che è possibile sfuggire a tutto tranne che a sé stessi.
Abbandonando i sentieri più battuti della narrazione criminale del Sud Italia, il film si concentra su un aspetto poco indagato della vita di un uomo di camorra, quello più intimo e privato: la vita all’interno di un bunker. Un microcosmo distintivo e inviolabile che offre rifugio e possibilità d’azione ai boss nonostante la latitanza. Ma non è sulle dinamiche criminali che si concentra il film. Bensì sui sogni e sulle visioni del protagonista, immergendosi nell’oscurità del luogo in cui è costretto a rinchiudersi.
Glory hole è prodotto da Giovanna Crispino e Gaetano Di Vaio per Bronx Film, Minerva Pictures, Eskimo, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura (Direzione Generale Cinema), della Regione Campania e della Fondazione Film Commission Campania. Il film è scritto dallo stesso Montesarchio insieme a Edgardo Pistone e Stefano Russo, la fotografia è di Matteo Vieille Rivara, il montaggio di Davide Franco, le scenografie di Massimiliano Forlenza e le musiche del maestro Mario Tronco.
In copertina, Gaetano Di Vaio: la sua vita è stata stroncato un mese fa in seguito a un incidente stradale.
Shanghai International Film Festival / World premiere of “Glory hole” by director Romano Montesarchio: life in a bunker, between dreams and visions
Glory Hole, the film by director Romano Montesarchio, had its world premiere at the Shanghai International Film Festival, which runs until June 23.
After a long career as a documentary filmmaker, the Caserta-based director, who has always focused on themes of marginalization (La Domitiana and Ritratti abusivi) or crime (Black Mafia), abandons realism to explore reality with a visionary approach.
Filmed between Casal di Principe, Caserta and Naples, the work is almost entirely set in a bunker and tells the criminal parable of a man and his inability to love and relate to beauty.
Silvestro (played by Francesco Di Leva), an employee of the Camorra, crosses beauty in the gaze of Alba (Mariacarla Casillo), the daughter of the boss for whom he works (Gaetano Di Vaio, the film’s actor and producer).
A fatal meeting that drives the man, unable to pity the purity of the girl’s love, to commit an irreparable act. To save himself, Silvestro, with the complicity of a priest in crisis (Mario Pirrello) and an eccentric private club owner (Roberto De Francesco), his childhood friends, must hide in an underground bunker. In this dark place, amidst hallucinations and memories, he will be forced to come to terms with his past and his guilt, understanding that it is possible to escape everything but himself.
Leaving the well-trodden paths of the southern Italian crime story, the film focuses on a seldom explored aspect of a Camorra man’s life, the most intimate and private: life inside a bunker. A unique and inviolable microcosm that, despite its fugitive nature, offers the bosses refuge and room to maneuver. But the movie does not focus on the criminal dynamics. Rather, it is on the dreams and visions of the protagonist, who plunges into the darkness of the place where he is forced to lock himself away.
In the picture, Gaetano Di Vaio: he died a month ago after a scooter crash