Si è detto più volte che l’orchestra del San Carlo è un organismo prismatico, poliedrico, camaleontico, mutevole può apparire un gruppo di dilettanti distratti o suonare come un organico di altissimo livello. La differenza è tutta nel direttore; quando a impugnare la bacchetta è un colosso come Jeffrey Tate (foto), l’orchestra raggiunge vette altre volte irraggiungibili sia per compattezza, sia per tensione, sia per la tavolozza di colori.
L’omaggio a Benjamin Britten in programma in questi giorni è un’occasione per assistere a una performance di eccellenza dell’orchestra del Massimo napoletano. Dopo cinque anni ritorna al San Carlo sir Jeffrey Tate, febbricitante, ma essenziale e incisivo come sempre. Esperto lettore di Britten, ha fornito una interpretazione lucida e senza orpelli della “Simple Simphony” op. 4 e di “Quattro preludi marini” e “Passacaglia” da Peter Grimes. Mistero, paesaggi marini nordici e drammi di coscienza si fondevano mirabilmente in affreschi musicali dinamici e corposi, magicamente realizzati dall’orchestra e dalla impeccabile guida del geniale direttore.
Brano molto noto, anche per effetto dei suoi svariati impieghi nel cinema, il “Cantus in Memory of Benjamin Britten” del contemporaneo Arvo Prt è stato presentato come una preghiera intensa e struggente, di semplicit disarmante quanto le emozioni che suscita. Il brano più atteso della serata dal pubblico sancarliano, purtroppo non numerosissimo per le inclementi condizioni del tempo, era la “Rapsodia su tema di Paganini” in la minore per pianoforte e orchestra op. 43 di Sergej Rachmaninov, un brano del 1934, composto quindi nel bel mezzo della crisi creativa del musicista, russo acclamato come pianista, ma dimenticato come compositore.
La bravura di Albanese ha confermato le doti straordinarie del talentuoso pianista siciliano, anche se talune asperit del suono hanno sorpreso non poco. Il dominio della tastiera è assoluto, la concentrazione altissima, la sensibilit del pianista indicibile. Il virtuosismo di Albanese non ha nulla in comune con quello dei funamboli della tastiera, soprattutto di marca orientale, perch lui è capace di concepire” originali idee musicali”, come ha affermato Tate anni fa, che fanno la differenza, svelando- seppure in brani molto noti- incisi spesso trascurati, eppure vivi e palpitanti, e realizzando sfumature di colori mai prima ammirate. Alle ovazioni del pubblico Albanese ha risposto con due bis “Perpetuum mobile” di Carl Maria vonWeber e il Notturno op. 9 n. 2 di Alexander Scrjabin adrenalina pura.
Al grande pianista napoletano Aldo Ciccolini (appena scomparso) è stata dedicata la replica del concerto di ieri pomeriggio.
IN PROGRAMMA PROSSIMAMENTE
Dal 10 al 17 febbraio , Otello (con il corpo di ballo del San Carlo)
Musica di Antonn Dvořk
Coreografia di Fabrizio Monteverde
Matre de Ballet Lienz Chang
Interpreti
Otello Josè Perez
Desdemona Anbeta Toromani
Jago Alessandro Macario
Per saperne di più
www. teatrosancarlo.it