Nome slow food. Indirizzo qualit . Citt mondo. Cos sulla valigia, tenuta insieme dalle mani di migliaia di contadini, agricoltori, casari, fornai, pescatori, pastori, a custodire, terra, sapere e cibi, difendere e portare lontano la biodiversit alimentare e i diritti dei popoli per un cibo più “buono, pulito e giusto”.
Questa la meta dello Slow Food associazione internazionale non profit che parte da Bra, in provincia di Cuneo, nel 1986 con il suo fondatore Carlo Petrini,e sale sul treno, ultimo vagone, ultima speranza per le piccole produzioni di salvare le eccellenze gastronomiche minacciate dall’agricoltura industriale, intensiva, da un’industria alimentare di massa, dall’ invasione del fast food, dalle manipolazioni genetiche. Calca i binari, e raggiunge zone marginali sottraendo al degrado e all’abbandono vasti territori. Avvalendosi di efficaci progetti, eventi (Terra Madre), manifestazioni. Uno stile di vita diverso, trasmessoci da certi cuochi, che, con la loro creativit insegnano a “gustare” i prodotti di quelle terre. Ma”Il godimento gastronomico è anche un atto politico, perch ogni buon piatto è condito con scelte operate nei campi, sulle barche, nelle vigne, nelle scuole, nei governi”. Stazioni di transito di questo lungo viaggio sono le universit e i centri di ricerca che si occupano dell’educazione della societ civile e la formazione degli operatori del settore agroalimentare. Lungo la strada ferrata anche l’incontro con il premio slow food per la biodiversit . Nel 2002, per sostenere i progetti nel sud del mondo, Slow Food crea la Fondazione “Slow Food per la biodiversit “.
E’sicuramente questa la direzione per raggiungere la meta “riconoscere le differenze rende l’amore per il cibo un’esperienza universale”.
Inoltre, in qualit di casa editrice, l’associazione ha pubblicato guide, asSaggi, manuali, itinerari il best seller è “Osterie d’Italia”, una guida alla migliore cucina di tradizione regionale italiana.
Quattro chiacchiere con Giuseppe Mandarano, fiduciario (referente, responsabile)
dell’associazione internazionale slowfood della Condotta di Napoli- citt .
Una filosofia di vita, ce ne parla?
“Lo slow food sostiene la riscoperta del valore della lentezza come stile di vita, a partire dall’approccio gastronomico ma non solo nei tempi dettati dai ritmi lenti si identifica la possibilit di approcciarsi al lato ludico , edonistico, riflessivo, della vita (anche in rapporto alla convivialit ) in contrapposizione alla frettolosit , che porta con s superficialit ed inaridimento dei rapporti interpersonali. In questi anni l’associazione è molto cresciuta sia a livello italiano che internazionale, e da una prima impostazione prevalentemente gastronomica-edonistica, è passata negli ultimi anni a sostenere le politiche che, sempre a partire dal cibo, si occupano dell’ambiente e/o dell’ economia. Senza rinnegare, ma con l’obiettivo di integrare anche le primitive impostazioni, attualmente l’impegno dell’associazione è quello che si può sintetizzare nello slogan lanciato da Carlo Petrini del “Buono, Pulito e Giusto”, dove è posto l’accento sulla qualit gustativa, sull’ecosostenibilit e la difesa della biodiversit e sulla giusta rimunerativit per i produttori “privilegiare i consumi di prodotti legati al territorio, favorendone la diffusione locale, contro lo spreco, anche energetico legato ad una distribuzione con spostamenti massivi di merci”.
Quale rapporto tra produttori e consumatori in questa filiera
alimentare?
“Slowfood sostiene la creazione dei Gas (Gruppi di acquisto solidale), dei “mercati della terra”, dei Presidi” e tutte le pratiche che mirino non tanto e non solo ad un accorciamento della filiera , ma permettano un coinvolgimento degli acquirenti finali nei processi produttivi”.
Dove incontriamo lo slow food a Napoli?
“Slowfood è diffusa nel territorio attraverso i propri progetti Master of Food, Presdi, Educazione Al Gusto nelle scuole, Orti in Condotta, Cene ed attivit conviviali varie etc; è da specificare che non esiste un locale o ristorante “slowfood”, anche quelli presenti nella nostra guida “Osterie D’Italia”, particolarmente venduta e famosa, non sono organici all’associazione n hanno un qualsivoglia rapporto privilegiato; sono esclusivamente locali selezionati dall’editore per rappresentare un concetto di cucina del territorio vicino a quello dell’associazione, sottoposti a verifica da parte dei collaboratori della guida ogni anno, e quindi indipendenti (Anche se spesso amici)dall’associazione stessa”.
Come trasmettere l’amore per il gusto e la tradizione?
“Ad esempio cominciando gi dalla scuola elementare con l’educazione al gusto, un progetto che, con modalit giocose, permette ai bambini l’acquisizione dei primi elementi di discriminazione sensoriale gustativa e quindi qualitativa, o con gli “Orti in Condotta”. Per gli adulti sono più adatti i “Master of Food” o le attivit culturali nelle quali a vario titolo è coinvolta l’associaz 6 « o è è á « s pt L libri n e ione”
Prossimi progetti in Italia e per Napoli…
“Organizziamo Master of Food(Corsi teorico pratici sui vari aspetti dello scibile gastronomico, dal vino ai formaggi, all’olio, cioccolato, spezie, distillati etc) in vari locali del territorio cittadino. Realizziamo inoltre “un mercato della terra” in collaborazione col parco delle Colline di Napoli, a Chiaiano, progetti di Orti Scolastici, cene e attivit conviviali varie”.
Per saperne di più slowfoodcampania.it e slowfoodnapoli.it
Nella foto, una natura morta di De Chirico