Vaccino e diritto alle cure. E’ stato il tema della conferenza webinar[1] promossa da Potere al Popolo, cui ha partecipato l’immunologo Fabrizio Chiodo, professore di chimica all’Avana.
Con Chiodo, che fra poco rientrerà al Consiglio nazionale delle ricerche di Pozzuoli, anche l’europarlamentare Marc Botenga, fra i promotori della campagna europea Right2cure, collegata all’iniziativa internazionale “No profit on Pandemic”[2].
Abbiamo raccolto i passaggi principali dell’intervento di Chiodo, unico italiano a collaborare al team statale cubano che lavora alla ricerca dei vaccini contro il Covid-19.
L’evento è stato introdotto dai due portavoce di Potere al Popolo, Viola Carofalo e Giorgio Cremaschi. Che hanno posto l’accento su aspetti diversi legati all’epidemia: dal mutamento delle relazioni sociali, agli aspetti economici.
Ma la discussione è stata centrata sull’arrivo del vaccino della Pfizer in Italia, che è uno dei numerosi candidati nella lotta contro il virus. «Il diritto ad avere il vaccino- osserva Cremaschi- è un diritto dell’umanità che non può essere legato a profitti di case farmaceutiche».
Molto interessante la posizione di Carofalo sui NoVax, considerata tra le: «deformazioni che nascono dall’abbandono dello Stato, frutto di aberrazioni teoriche generate dalla centralità del profitto».
Chiodo ha esposto una relazione tecnica, in cui ha parlato dei passi avanti compiuti da Cuba nella ricerca di candidati vaccinali. E ha spiegato il funzionamento dei vaccini in introduzione in Europa: sono posati sulla ricerca di informazioni genetiche del virus, che introdotte in un organismo possono sviluppare una risposta. Sono i cosiddetti vaccini a RNA.
Il ricercatore del Cnr[3] di Pozzuoli, ha illustrato, poi, i risultati dell’intenso lavoro d’analisi compiuto a Cuba, basato su vaccini elaborati da frammenti del virus presentati da un altro microrganismo, già ampiamente sperimentati nelle campagne vaccinali a uso pediatrico. Utilizzando una piattaforma già in uso si sono potuti elaborare ben quattro candidati nella lotta al Covid-19. In particolare, il team presso cui collabora Chiodo si è occupato del Soberana 1 e del Soberana 2.
Questi vaccini, che in gergo si definiscono coniugati, verranno posti su una piattaforma tecnologica scalabile, a basso costo, con una struttura resistente alla temperatura ambiente.
Chiodo ha fornito preziosi elementi per comprendere le differenze radicali della ricerca compiuta sull’isola caraibica, in cui l’industria farmaceutica è statale e integralmente pubblica, che grazie ad una forte sinergia con il mondo accademico, ha raggiunto degli standard di ricerca elevatissimi. Consentendo alla repubblica caraibica, nonostante 60 anni di embargo economico, di contrastare in modo radicale malattie letali, esportandone con successo i risultati in numerosi paesi.
«Cuba è fra i modelli sanitari più avanzati al mondo e non a caso fa vanto di esportare medici e farmaci, in particolare verso i paesi del cosiddetto Terzo Mondo». Ma Chiodo ha anche ribadito che la medicina cubana è talmente all’avanguardia che persino paesi del G8, come l’Italia, hanno potuto fruire del sostegno delle brigate mediche nel corso della pandemia.
Comparando numeri, lo scienziato ha rivelato che nell’isola caraibica, a fronte di 11,5 milioni di abitanti, vi sono stati 149 morti. La stessa popolazione risiede nel Belgio, dove si sono verificati circa 15 mila decessi, e in Lombardia, dove si sono registrati oltre 25 mila morti. La differenza principale fra questi luoghi risiede nella disponibilità delle cure, nel funzionamento della medicina territoriale, nella trasparenza dell’informazione pubblica, che consente una reale responsabilizzazione dei cittadini nella lotta al virus.
«Da scienziato non posso mettere in dubbio la sicurezza di altri vaccini, che sono il prodotto bio-farmaceutico più sicuro. Semmai, il problema risiede nel fatto che in 72 paesi del mondo, 9 persone su 10 vedranno il vaccino nel 2022».
Chiodo, infine, ha annunciato che Cuba, in accordo con l’Oms[4], una volta superati i clinical trials, esporterà i propri vaccini in tutti i paesi poveri che ne faranno richiesta, senza porre alcun brevetto sulle proprie ricerche, che sono e rimarranno pubbliche. Lo sforzo della repubblica socialista rimarrà improntato allo spirito di solidarietà internazionale, come già avvenuto nella lotta contro l’ebola in numerosi paesi dell’Africa.
«Cuba ci dimostra come una piccolissima isola nel mezzo dell’America centrale, con solo 11 milioni di abitanti e un embargo che dura da quasi 60 anni, possa fare a meno delle grandi multinazionali di Big Pharma[5] e organizzarsi per produrre un vaccino completamente pubblico e gratuito».
Su questa idea, che parte dal principio che la salute deve esser parte di quei diritti inalienabili delle nostre comunità, alcune strutture a livello europeo si sono organizzate in campagne per contrastare il dominio delle grandi case farmaceutiche sulle nostre istituzioni.
Dopo Chiodo, l’europarlamentare del PTB[6], Marc Botenga, ha illustrato i contenuti della campagna Right2cure[7]. Al principio della pandemia, nel Parlamento europeo si era aperta una discussione sull’urgenza di individuare un vaccino che ha prodotto due dinamiche. Una tendeva a recepire l’indicazione dell’OMS di raggruppare tutte le ricerche e le tecnologie esistenti al mondo in un pool che individuasse una risposta comune al virus. Un’altra, invece, che è quella in cui l’Unione Europea è poi caduta, conduceva verso una dinamica di privatizzazione, concedendo a delle aziende il monopolio della produzione di vaccini.
«La situazione attuale è figlia di una dinamica in cui le case farmaceutiche, come la Pfizer, hanno imposto la proprietà intellettuale sul brevetto, imponendo un prezzo altissimo per l’acquisto dei vaccini. Basti pensare che la produzione di una singola dose costa alla casa farmaceutica circa 0,83 centesimi di euro. Viene poi, rivenduta a un prezzo che oscilla fra i 12 e i 14 euro».
Si produce, così, un enorme accumulo di profitti e una speculazione di fatto, che costringe gli stati a impiegare ingenti risorse pubbliche per l’acquisto di vaccini. Il senso della campagna è di fare in modo che l’Unione Europea imponga alle case farmaceutiche il brevetto pubblico e un’accessibilità universale alle ricerche compiute, al fine di impedire che in oltre 70 paesi del Mondo il vaccino giunga nel 2022, producendo ancora milioni di morti.
«Se le istituzioni europee non porranno un freno, pagheremo tre/quattro volte il vaccino coi fondi prelevati dalla sanità pubblica. Questo porterà paesi come Israele, disposto a pagare un prezzo elevato, ad acquistare il doppio delle dosi vaccinali, mentre altri paesi poveri ne rimarranno completamente sprovvisti».
Il che genera, stando a quanto dichiarato dall’europarlamentare, un altro problema. La Pfizer, dall’annuncio del vaccino, ha accumulato 20 miliardi in più di entrate. La stessa casa farmaceutica, che si appoggia alla BionTech[8], sarà in grado di produrre centinaia di milioni di dosi vaccinali in breve tempo vista l’elevatissima richiesta e un’insufficienza nella disponibilità di mezzi industriali per poterlo fare?
Proprio per questo è nata la campagna Right2cure, promossa dal GUE/Ngl[9], in cui si chiede che il vaccino venga reso pubblico e che gli stati possano produrre autonomamente, sulla base delle ricerche effettuate, le proprie dosi vaccinali. Bisogna dunque strappare dalle mani del profitto privato il tema della salute pubblica, non consentendo a delle multinazionali di decidere della vita o della morte di miliardi di persone.
«Nell’ambito di una pandemia globale in cui tenere il conto delle vite perse – siamo alla soglia dei 2 milioni di morti nel mondo – è inconcepibile che l’accesso al vaccino sia limitato dai brevetti di vaccini prodotti con finanziamenti pubblici. Ci deve essere un’alternativa all’assenza di trasparenza sui contratti tra le istituzioni (nel nostro caso la Commissione Europea) e le compagnie farmaceutiche private, alla loro necessità di profitto e ai limiti imposti dai brevetti alla produzione e distribuzione del vaccino» ha dichiarato Botenga.
Chiodo, poi, ha ribadito che un nutrito gruppo di scienziati e ricercatori, nel 2015, avvertiva sui rischi dell’esplosione di possibili epidemie letali. In particolare, fra il 2017 e il 2018, alcuni fra questi chiesero agli stati di investire fondi nella ricerca pubblica. Le aziende private, a loro volta, hanno snobbato questi ripetuti appelli, perché non li consideravano appetibili nello sviluppo di profitti.
Ora, a quanto pare, il vento è cambiato e un pugno di multinazionali vorrebbero imporre all’intera umanità l’alternativa fra interesse privato e salute pubblica. «Sicuramente, questo virus è letale, in particolare per la sua alta contagiosità. Ma dal punto di vista genetico, non muta così spesso e anche le sue varianti – come quella inglese o sudafricana – non sembrano mettere in discussione l’efficacia del vaccino».
Tuttavia, la durata del vaccino non è ancora nota alla scienza. E Chiodo avverte sul fatto che fra soli sei mesi i vaccini saranno completamente diversi, come diversi possono essere i pericoli.
«Questo virus è un virus di classe, che ha dimostrato l’aspetto più brutale del capitalismo. Ancora una volta, si ripropone il tema: socialismo o barbarie. Alcuni paesi, come la Cina e il Vietnam, hanno dimostrato di essere più avanti nella lotta all’epidemia. Hanno proposto la loro cooperazione all’Occidente, che si sta chiudendo in una visione coloniale ed eurocentrica. Personalmente, penso che il socialismo sia l’unica reale alternativa e cercherò sempre di metterlo in pratica col mio lavoro».
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NOTE
[1] https://www.facebook.com/poterealpopolo.org/videos/400230291281154
[2] https://noprofitonpandemic.eu/it/
[3] Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) è il più grande ente pubblico di ricerca italiano, sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Ha il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca scientifica e tecnologica nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni, favorendo il progresso scientifico, tecnologico, economico e sociale.
[4] Organizzazione mondiale della sanità. È un istituto specializzato della Nazioni Unite per la salute.
[5] Il termine “Big Pharma” viene abitualmente utilizzato per indicare il vero e proprio cartello esercitato dalle varie multinazionali farmaceutiche (di solito, le più grandi come: Pfizer, GSK, Bayer, Novartis, ecc.).
[6] Partito del Lavoro del Belgio, formazione di orientamento marxista.
[7] https://www.guengl.eu/right2cure-initiative-to-push-commission-on-universal-access-to-covid-19-vaccines/
[8] Azienda tedesca di biotecnologia e biofarmaceutica.
[9] Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica, è un gruppo politico del Parlamento europeo che riunisce i principali partiti di sinistra europea, socialisti e comunisti, e i partiti ecologisti del Nord Europa.