Pochi giorni fa, nel più assordante silenzio mediatico, a Napoli si è costituita la Rete d’amicizia e solidarietà con Cuba. L’atto costitutivo di questa organizzazione, al cui interno afferiscono medici, associazioni, gruppi politici e singole soggettività, è stato rappresentato da un nutrito presidio svoltosi il 9 aprile in piazza Dante.
Nel rispetto del distanziamento fisico, i manifestanti si sono mobilitati per chiedere al governo italiano di votare in sede Onu contro le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti d’America, che da più di sessant’anni stringono l’isola caraibica in un assedio economico e commerciale.
Sullo sfondo della mobilitazione, altri temi importanti, fra cui il diritto alla salute, il tema dei vaccini e la comparazione fra modelli sanitari. Ne è emerso un interessante confronto fra il sistema capitalista, incentrato sul profitto, e il sistema socialista, improntato alla solidarietà umana. Abbiamo raccolto alcune testimonianze e l’annuncio di future iniziative per saldare legami di solidarietà fra Napoli e Cuba.
Sottolineano nel comunicato, i manifestanti: «A Cuba il diritto alla vita è un diritto umano e non una merce. Grazie ad un lavoro di prevenzione e cooperazione fra medici e pazienti, i morti per Covid-19 a Cuba sono poco più di 442 su una popolazione di circa 11 milioni di abitanti (gli stessi della Lombardia e del Belgio). In Italia, abbiamo superato i 112.000 morti su una popolazione di circa 60 milioni. Quante vite si sarebbero risparmiate se anche qui, negli anni addietro, non ci fossero stati tagli al sistema sanitario pubblico?» un tema ripreso da diversi interventi, da quello di Paolo Fierro, vice-presidente nazionale di Medicina Democratica, ai medici dell’Ambulatorio popolare dell’Ex-Opg.
Una delle tematiche più delicate affrontate dal presidio è stata la questione dei vaccini. Per i manifestanti sussiste la necessità di liberare il diritto alla salute dalla speculazione delle case farmaceutiche, che stanno acquisendo il potere di decidere della vita e della morte per miliardi di persone. Nel Mondo si stanno sviluppando circa 200 vaccini contro il Covid-19. Al 25 marzo 2021, 23 candidati vaccinali sono risultati essere agli studi clinici di fase III. Due di essi sono cubani.
Grazie a un poderoso investimento nella ricerca, nella sanità pubblica e nella medicina di prevenzione, incentrata su una corretta informazione della popolazione e sulla partecipazione attiva al contrasto della pandemia, a Cuba si sono prodotti ben cinque candidati vaccinali. Due fra questi, il Soberana 02 e l’Abdala, potrebbero essere di qui a breve fruibili per l’intero continente latinoamericano e per i paesi del cosiddetto “terzo mondo”, cui il paese socialista intende prestare aiuto, sottraendo miliardi di persone ai rischi di contagi e decessi provocati dai ritardi internazionali e dalle speculazioni delle case farmaceutiche.
Nessun altro paese dell’America latina, finora, ha sviluppato un proprio vaccino e, a quanto pare, l’industria biotecnologica cubana, fra i leader mondiali nel settore, ha accumulato un significativo vantaggio anche nei confronti di paesi immensamente più ricchi e tecnologicamente avanzati, come l’Italia, che stentano ancora a dotarsi di mezzi adeguati a contrastare il virus. Cuba ha altri tre candidati vaccinali in fase iniziale di prova: il Soberana 1, il Soberana Plus e un vaccino intranasale, senza siringa, chiamato Mambisa.
«Il settore biotecnologico di Cuba è unico, completamente di proprietà dello Stato, libero da interessi privati» spiegano i manifestanti. E aggiungono: «I benefici non sono ricercati su scala nazionale e l’innovazione è incanalata per soddisfare le esigenze di salute pubblica. Decine di istituzioni di ricerca e sviluppo collaborano condividendo risorse e conoscenze piuttosto che competere l’una con l’altra, facilitando un percorso veloce dalla ricerca all’innovazione, dalla sperimentazione all’applicazione. Cuba ha la capacità di produrre dal 60 al 70 per cento delle medicine che il paese consuma, un imperativo dovuto al blocco degli Stati Uniti e al costo delle medicine sul mercato internazionale. C’è anche fluidità tra le università, i centri di ricerca e il sistema sanitario pubblico. Questi elementi si sono dimostrati vitali nello sviluppo di vaccini cubani contro il Covid-19».
Alla manifestazione erano presenti anche rappresentanti dell’amministrazione comunale, Lucia Francesca Menna (assessora alla salute e ai diritti) e Giovanni Pagano (assessore al lavoro e alla cooperazione internazionale).
Menna, professoressa dell’ateneo “Federico II”, ha collaborato come docente con l’università cubana: «Cuba rappresenta un modello di attenzione e garanzia a quello che noi definiamo non solo beni primari, ma anche beni comuni. Il cittadino è visto come persona, nel senso che gli sono garantiti nutrimento, salute, ma anche cultura, sport, luoghi di aggregazione. Nel sistema cubano esistono le case del parto – tema che abbiamo discusso nella Consulta popolare Salute e Sanità – che ho molto apprezzato, perché è terribile ospedalizzare un evento naturale escludendo così la donna dalla sua naturale competenza».
E aggiunge: «Quando ho lavorato lì, negli ospedali c’erano i clown e i servizi rivolti alla persona integralmente retribuiti dallo Stato. L’Università cubana, nonostante non avesse mezzi, ha raggiunto livelli di conoscenza elevatissimi, perché “il bisogno aguzza l’ingegno”. Non a caso, ho trovato intellettuali raffinati con cui era un piacere discutere di letteratura e filosofia. Cuba, infine, rappresenta anche un modello per ciò che concerne l’emancipazione femminile e la sicurezza sociale. Ho vissuto in una casa completamente da sola e non mi è mai accaduto nulla. Lì nessuno si sognerebbe di poter usare violenza a una donna sperando di scampare alla giustizia dello Stato e alla reattività dei corpi sociali intermedi».
Sulla stessa linea Pagano: «Cuba non solo è un modello da seguire, ma ci offre lo spunto per ragionare sul fallimento del nostro sistema, incentrato sul profitto, sulla divisione fra ricchi e poveri, sullo sfruttamento del lavoro». Sposando l’intento dei manifestanti, l’assessore ha annunciato di voler dare seguito all’evento organizzato dalla Rete di amicizia e solidarietà, promuovendo un’iniziativa istituzionale in cui verrà affrontato il tema dei vaccini e del diritto alle cure. Questo evento ospiterà il contributo di Fabrizio Chiodo, unico ricercatore italiano a collaborare col team che ha elaborato il Soberana 02.
I vaccini Soberana sono prodotti dall’Istituto Finlay, in alleanza con il Centro di Immunologia Molecolare (CIM) e il Centro di Biopreparazioni. Implicito nel loro nome è l’importanza della sovranità economica e politica: senza un prodotto interno, Cuba avrebbe difficoltà ad accedere ai vaccini stranieri, sia a causa del blocco degli Stati Uniti, sia per il loro costo. I vaccini Soberana inseriscono informazioni genetiche in cellule di mammiferi superiori. Soberana Plus è il primo vaccino al mondo per i pazienti convalescenti di covid-19 a raggiungere gli studi clinici.
Ai saluti istituzionali, sono seguiti gli interventi di numerosi esponenti di associazioni e gruppi politici: dall’associazione Medicina Democratica a Potere al Popolo, dalla Consulta popolare Salute e Sanità, ai medici dell’ambulatorio popolare dell’ex-Opg “Je so pazz”, passando per il Comitato “San Gennaro”, le Brigate mediche solidali “Francesco Ruotolo”, il Partito dei CARC e Rifondazione comunista.
Afferma Paolo Fierro, vicepresidente nazionale di Medicina Democratica: «Nella politica c’è la retorica e ci sono i fatti. I nostri paesi, l’Europa e l’Italia compresa, hanno prodotto molta retorica sull’efficienza sanitaria e sul rispetto dei diritti umani, ma poi nei fatti hanno mostrato tutta la debolezza dei loro sistemi di assistenza nonché il loro asservimento al potente alleato atlantico. Si può essere o meno d’accordo col sistema politico di un paese straniero, ma perché colpire le popolazioni civili con il blocco dei rifornimenti e degli scambi internazionali?».
All’inefficienza europea si è contrapposta una strategia lungimirante: «Cuba- prosegue- al contrario, ha mostrato nei fatti, proprio durante questa terribile pandemia, di avere un sistema sanitario solido e efficace. In più, ha offerto un aiuto concreto a tutti i paesi, Italia compresa, inviando propri medici per l’assistenza alle popolazioni. Poca retorica e molti fatti. Medicina Democratica in questa situazione sta con Cuba ed esprime la propria contrarietà all’odiosa pratica dell’embargo, un provvedimento illegittimo che dura da sessant’anni e che ha il solo scopo di ridurre alla fame una popolazione. Un modo ignobile per minacciare la salute dei popoli».
Durante un anno di pandemia, sono state inviate ben 57 brigate mediche in 40 paesi del Mondo, fra cui diversi paesi europei, per combattere in prima linea la pandemia, esprimendo la propria vocazione umanista e i sentimenti di solidarietà internazionale nei confronti degli altri popoli. In Italia, due brigate mediche del contingente “Henry Reeve” hanno prestato nel 2020 soccorso alle popolazioni di Crema e Torino, fra le prime a divenire focolai di contagio.
Cuba, inoltre, sarà tra i primi paesi al mondo a vaccinare completamente tutta la propria popolazione. Se i risultati dei test saranno soddisfacenti, la vera campagna di vaccinazione nazionale inizierà a giugno, dando la priorità ai gruppi esposti a fattori di rischio, iniziando con quelli di età superiore ai 60 anni. Entro la fine di agosto 2021, 6.000.000 di cubani – più della metà della popolazione – saranno protetti dal virus ed entro la fine dell’anno, le stime governative garantiscono la copertura del 100% della popolazione.
Il Centro di ingegneria genetica e biotecnologia cubano ha avviato una collaborazione con la Cina per lavorare su un nuovo vaccino, chiamato Pan-Corona, progettato per essere efficace contro diversi ceppi del coronavirus. Userà parti del virus che sono conservate, non esposte a variazioni, per generare anticorpi, combinati con parti che mirano alle risposte cellulari. I cubani stanno fornendo l’esperienza e il personale, mentre i cinesi mettono a disposizione attrezzature e risorse. La ricerca sarà effettuata presso il Joint Center for Biotechnology Innovation di Yongzhou, nella provincia cinese di Hunan, che è stato istituito l’anno scorso con attrezzature e laboratori progettati da specialisti cubani.
I professionisti cubani hanno ricevuto dieci medaglie d’oro dall’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale (WIPO) in 26 anni; i loro prodotti biotecnologici sono stati esportati in 49 paesi prima della pandemia, compresi i vaccini utilizzati nei programmi di immunizzazione infantile in America Latina. Il governo cubano ha dichiarato che i suoi vaccini contro il Covid-19 saranno esportati in altri paesi. Questo dà speranza alle nazioni a basso e medio reddito che semplicemente non possono permettersi di vaccinare le loro popolazioni ai prezzi elevati (da 10 a 30 dollari per dose) richiesti da Big Pharma[1].
Indira Pineda, tra le promotrici della mobilitazione, preannuncia il prosieguo delle attività della Rete d’amicizia fra Napoli e Cuba: «Ringrazio tutti coloro che si sono mobilitati per esprimere il loro sostegno alla causa cubana, che è un esempio per tutta la comunità internazionale. Sarà molto importante che tutte le realtà presenti sul territorio metropolitano affianchino il lavoro di associazioni antiche e consolidate come Italia-Cuba, di cui vorremmo aprire un vero e proprio circolo sul territorio, nel tentativo di divulgare le conquiste scientifiche e sanitarie raggiunte dalla Revoluciòn. Oggi più che mai è fondamentale che i popoli si uniscano per costruire un mondo in cui non si debba più morire di fame o di malattie a causa dell’avidità di pochi ricchi».
I manifestanti hanno annunciato l’intenzione di costruire una rete d’amicizia e solidarietà fra Italia e Cuba per «condannare fermamente la posizione assunta dal Governo italiano in sede internazionale, contraria a ogni logica di umanità, soprattutto in tempi di pandemia; esprimere forte solidarietà verso il popolo cubano e i popoli di tutti i Paesi sottoposti a blocchi o a politiche infami, che impediscono il libero sviluppo e la loro autodeterminazione; Invitare tutte e tutti a sostenere l’appello lanciato dall’Associazione d’amicizia Italia – Cuba, dando la propria adesione a: https://italiacuba.it/…/appello-contro-il-blocco-degli…/ ».
Senza l’ingiusto blocco statunitense, Cuba potrebbe avere maggiori e migliori risultati. Il suo primato mondiale nel settore dell’istruzione e della biotecnologia è dato dal fatto che il paese caraibico è uno stato socialista con un’economia pianificata centralmente, che ha investito in scienza e tecnologia, mettendo il benessere umano prima del profitto. Lezione quanto mai significativa da cui prendere esempio.
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NOTE
[1] Il termine “Big Pharma” viene abitualmente utilizzato per indicare il vero e proprio cartello esercitato dalle varie multinazionali farmaceutiche (di solito le più grandi, come Pfizer, GSK, Bayer e Novartis)