Foto al Kestè. Il locale di Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, a Napoli, fino a gioved 8 aprile, ospita la una mostra fotografica, curata da Mario Laporta, “Sud & Sud”, con lavori di Francesco Bellofatto e Orfeo Soldati, fotografi napoletani.
“Stessa faccia, stessa razza. Sentiamo molte volte quest’affermazione durante i nostri spostamenti all’estero e specialmente quando ci muoviamo nel bacino Mediterraneo”, questa è l’idea di partenza, esposta dai due amici, accomunati dalla passione della fotografia, e un tempo collaboratori.
“La mostra è nata da una battuta di spirito”, spiega Orfeo Soldati: “ci siamo chiesti se una fotografia scattata in Nicaragua e una scattata a Procida potevano somigliarsi.”
Ed è nata cos l’esposizione delle circa venti fotografie che Soldati dice “potevano essere molte di più, è solo una questione di spazio”.
Sono soggetti comuni quelli scattati in Nicaragua, in Yemen, in Nepal e quelli scattati alle feste popolari a Procida, Nola, Montevergine.
I Sud del mondo si somigliano tutti e, anche se apparentemente distanti, sono tutti espressione di un’identica “matrice”.
I volti, le espressioni, la gestualit , il dolore, la gioia e la fede sono minimi comuni denominatori che uniscono i popoli in un sentire la vita allo stesso modo, facciano essi parte di paesi industrializzati o no.
I percorsi dei due fotografi sono tuttavia un po’ diversi.
Francesco Bellofatto, giornalista professionista, fotografo free-lance e docente universitario, ha viaggiato a lungo in America Centrale e Latina, realizzando numerosi reportage.
Le sue foto sono state pubblicate su numerosi quotidiani e riviste italiane.
Suoi saggi sulla fotografia sono stati pubblicati da Electa; come saggista ha realizzato i volumi "L’eclissi della legalit " e "L’industria della cultura" (Esi).
Attualmente è impegnato in un progetto fotografico legato al mondo marinaro.
Orfeo Soldati, chirurgo, fotografo free-lance e medico "sans frontières", ha viaggiato a lungo in Medio Oriente e in America Centrale dove per quattro anni ha lavorato in un ospedale campesinos del Nicaragua.
Come fotografo ha percorso molti sentieri: foto di scena, fotosub (istruttore Padi), ma soprattutto numerosi reportage di viaggio.
Questo e’ dovuto sicuramente allo stesso bacino culturale nel quale sono cresciuti, Napoli, una citt che è stata e continua a voler essere centro di scambi culturali e interrazziali.
Soldati però sottolinea la vicinanza dei loro intenti: “La fotografia è per noi un ponte: vogliamo entrare in bocca ai soggetti. La nostra fotografia nasce da un contatto umano con il nostro soggetto. Passiamo a volte intere giornate a contatto con le persone che vogliamo fotografare. La fotografia nasce da un rapporto umano che diventa linguaggio fotografico”.
In alto, uno scatto di Bellofatto. In basso, una foto di Soldati