Sorrento, la cittadina della costiera che alla sinistra del golfo di Napoli s’inoltra nel mare fino alla Punta della Campanella, è nota in tutto il mondo per i suoi agrumi, la raffinata industria tessile dei merletti e quella altrettanto raffinata degli intarsi lignei, ma la sua storia è meno conosciuta.
Come Napoli, Sorrento conserva nel suo centro storico il tracciato a decumani e cardini della città greca, sulle colline le mura di difesa cinquecentesche, il chiostro della chiesa trecentesca di San Francesco e il Duomo, ricco di testimonianze d’arte.
Il museo Correale di Terranova raccoglie, tra l’altro, reperti romani e porcellane di Capodimonte e, in una conca marina tra le più belle, troviamo i resti della villa di di Pollio Felice del I secolo.
Tra storia e leggenda, sembra che il luogo diviene, tra fine Trecento e inizio Quattrocento, riserva della Regina Giovanna d’Angiò per le notti d’amore coi giovani pescatori del posto che a Napoli sono ambientate a Palazzo Donn’Anna, ma le notizie certe ci parlano di terribili lotte contro le leghe musulmane, contro i longobardi, contro i nobili locali, della perdita dell’autonomia nel 1137 e del passaggio al regno Normanno e poi al Ducato di Napoli, del saccheggio da parte dei turchi del 1648 e di tutte le vicissitudini che queste terre hanno vissuto nel loro formarsi.
Divenuti luoghi di delizie famosi in tutto il mondo, serbano forse le memorie di questa storia nelle particolarissime Processioni del venerdi santo. Ancor più incisive di quelle delle città spagnole, note per le loro percorsi di fede e di preghiera, le Processioni sorrentine testimoniano la trasfusione degli antichi riti in quelli tuttora in uso, seguiti da migliaia di fedeli, da curiosi di antropologia e di costume, dalla stampa internazionale e dai turisti che affollano la cittadina.
Si comincia la Domenica delle Palme, con l’ingresso di Gesù a Gerusalemme tra rami d’olivo e di palma, benedetti insieme ai confetti colorati che vi si appendono come frutti. La Processione Bianca, in onore dell’Addolorata, inizia alle tre del mattino del Venerdì e indica il vagare della Madonna in cerca del Figlio, dalla cattura alla crocifissione.
Vi prendono parte gli appartenenti all’ Arciconfraternita di Santa Monica incappucciati di bianco mentre quelli della Processione Nera, della sera e di parte della notte in onore del Cristo morto, sono vestiti di nero e portano flagelli, risalendo alla tradizione dei battenti di Sant’Antonino del 1300 che si autoflagellavano per punirsi dei peccati.
Salmi, marce funebri e misereri sono l’accompagnamento musicale di queste superbe processioni che portano i segni di secoli di storia e di diverse culture, da quella greca a quella osca a quella romana.
Il Cristo morto portato in processione ha sul volto i segni di tutta la sofferenza del mondo, ma tornerà ben presto il suono delle campane: si è sciolta la gloria, Cristo è risorto, le strade e i negozi sono parati a festa e Sorrento è di nuovo la città delle arance e dei limoni in fiore, delle canzoni note in tutto il mondo tra le quali la più celebre, Torna a Surriento, è una tappa storica della città.
I fratelli De Curtis, illustri musicisti del luogo, la scrissero infatti in omaggio al ministro Giuseppe Zanardelli, ospite nel 1902 dell’Hotel Tramontano, perché ricordasse la sua promessa di costruire a Sorrento la rete fognaria, ancora mancante. Non per una donna, come tutto potrebbe lasciar pensare, ma per un’opera pubblica fu composto questo piccolo capolavoro.
Intorno alla cittadina, il paesaggio è in parte ancora intatto come al tempo della canzone e la fioritura di limoni è inimmaginabile nella campagna incantata che circonda il Relaix Regina Giovanna – seicento anni di storia nel nome – nella zona di Massalubrense che fu colonia graca, poi romana, poi longobarda.
E la storia potrebbe continuare a lungo, ma per ora facciamo tappa in questo luogo sospeso tra limoni e mare dove la storia si è fermata per darci una testimonianza che la cura e l’amore per un luogo può preservarlo da ogni degrado conservandogli i profumi e lo splendore dorato di un piccolo paradiso non ancora perduto.
Nelle foto di Regina De Luca, tappe del venerdì santo a Sorrento