A Napoli doppio appuntamento con Ettore Spalletti. Oggi l’artista abruzzese sar ospite degli allievi dell’accademia di Belle Arti (via Bellini, 36). Durante l’incontro della mattina, nell’aula magna, presentato da Giovanna Cassese e Monica Torrusio, sar proiettato un documentario su Spalletti per la regia di Pappi Corsicato.
Il “tour napoletano” continua alle ore 18 alla galleria di Lia Rumma in via Vannella Getani, 12.
Qui sar inaugurata la personale dell’artista. Spaletti, a partire dalla met degli anni Settanta, ha creato un linguaggio sospeso tra pittura e scultura, dando grande importanza alla luce e allo spazio, in linea con l’astrazione moderna e le geometrie della pittura rinascimentale. Le sue tonalit sono essenziali tracciando intere campiture cromatiche dalla grande forza evocativa.
Si legge nello scritto introduttivo di Azzurra Ricci «Un giorno ho visto Spalletti disporre i cavalletti in studio in modo diverso. Gli ho domandato il motivo. Mi ha risposto che lavorava alla mostra per la galleria di Lia Rumma a Napoli. Ha voluto che lo spazio fosse vuotato e che il pavimento fosse lavato. Lo osservavo passeggiare nello studio in cerca di una luce, di un’ombra, come per trovare un’immagine per poi liberarsene un attimo dopo. La geometria dello studio poco a poco veniva scomposta dai tagli ordinati dei cavalletti. Ho sentito che aveva gi precisato un percorso ma non riuscivo ancora a comprenderlo. Spalletti prepara le tavole meticolosamente, il retro viene coperto perch non ama le sbavature. Dipinge tenendo le tavole in orizzontale, mi spiega che in questo modo la pasta di colore si stende meglio “il colore si stende, asciuga, ispessisce, riposa”.
L’impasto di colore viene dato sulle tavole, quasi alla stessa ora, per dieci o quindici giorni, fino a ottenere uno spessore che non consente di capire se “il colore dalla superficie si muove verso l’interno del quadro o se dall’interno si muove verso l’esterno…».
In foto, l’invito/opera di Spalletti da Lia Rumma