Il viaggio di Spazio Libero continua. Cresce e approda su nuovi palcoscenici “De vulgari Eloquentia, orfani e fanciulli meridionali. The big meridional question”, il progetto curato e ideato da Vittorio Lucariello e interpretato da Paola Neri, Amedeo Ambrosino, Gennaro Monforte e con la partecipazione delle ballerine Simona Perrella, Ambra Marcozzi e Rosaria Clelia Niola.
Esce dalla culla del teatro di Parco Margherita e conquista il ventre della citt la sala Assoli del Teatro Nuovo. un risultato importante. Lo si vede nella compagnia ancora più presente sul palco, grazie a una recitazione più matura e sicura e soprattutto a un ingrediente fondamentale l’attenzione al rapporto con il pubblico. Lo conferma lo stesso regista,Vittorio Lucariello, convinto che nel riproporlo sia necessario effettuare un ulteriore cambiamento, con un sottotitolo ancora più esplicativo “Processo a Dante”.
“Andando avanti nel rapporto con il pubblico si pensava proprio di dargli un sottotitolo ancora più esplicativo nel progetto che portiamo avanti e che sarebbe proprio “Processo a Dante”. In modo da centrare il tema fondamentale una rivendicazione meridionalista nei confronti di una lingua che poteva essere scelta come lingua nazionale, quella napoletana, che in effetti era quella più parlata quando si è dovuto scegliere una lingua unica, scelta poi dai fiorentini”.
La sala Assoli è un grande risultato per un progetto cos avanguardistico. Vi fermerete a questo o c’è la volont di presentarlo altrove?
“Pensavamo di riprenderlo a SpazioLibero. Però ci sono spiragli anche per portarlo nella regione, come a Caserta. Vorremmo metetrlo in scena anche a Roma e farlo poi girare poi come un manifesto di una questione meridionale che non è stata risolta nei tempi moderni… e vogliamo offrire un punto d’appoggio per dare il l a tante altre rivendicazioni. Abbiamo progetti che riguardano anche altre operazioni da svolgere sulla citt . Napoli è una citt , un po’ rilassata… abbandonata, per una crisi che sicuramente ha sconvolto un po’ tutti, ma Napoli che era gi una citt in difficolt sia da un punto di vista innovativo che di tradizione è stata più colpita. Basti pensare alle proteste che si ripetono, dal San Carlo a De Simone, sia dal malcontento che mostrano gli attori. Noi viviamo una situazione disagiata economicamente. Leggevo un’intervista di Cerciello qualche tempo fa, parlava della difficolt di fare scuola di teatro e dire ai propri allievi che non hanno futuro. Allora mi chiedo che senso ha fare una scuola, far spendere a questi ragazzi dei soldi e alimentare illusioni, quando poi sappiamo benissimo che il futuro produttivo del mondo dello spettacolo poi non avr un futuro roseo…”
Quella di “De Vulgari Eloquentia” è una compagnia molto giovane…
Assolutamente. Io lavoro solo con i giovani. Ho rifiutato qualsiasi apporto e qualsiasi approccio al mettere in scena un teatro di tradizione tradizionale. Anche qui c’è tradizione, ma rivista sotto una luce avanguardistica. Partendo negli anni ’70…quando cominciai ad andare al ministero ma mi si aprivano le braccia. L’ ETI ci considerava delle punte di diamante e i risultati infatti ci sono stati. Il teatro è cambiato grazie all’avanguardia degli anni ’70, anni ’80. I registi importanti oggi sono usciti tutti da Spazio Libero. Martone dirige il teatro in Piemonte, De Fusco il Mercadante a Napoli, Servillo e Sorrentino hanno questi successi ed è tutto un movimento che è nato tra Spazio Libero, Bit ’72 di Roma e coordinati da quella grande mente che è stata Giuseppe Bartolucci. Man mano che qualche figura cessa di esistere, di vivere non si trova mai una sostituzione, mai un punto di riferimento. Basta leggere i necrologi di questi grandi e vederli come i necrologi del teatro e dell’arte.
Le prospettive per i giovani teatranti, come ha detto poco fa, sono difficilissime. Cosa l’ha convinta a scommettere su questa compagnia e questo progetto?
“Mille motivi. Principalmente proprio quello fondamentale affondare anche per l’avanguardia nel mondo delle radici della cultura. Questo è il motivo per cui continuo a prosperare e a produrre in una maniera avanguardistica. Mi ritrovo oggi con il Museo Madre che ha ospitato le scenografie di un mio spettacolo del ’77… fatto con Martone che interpretava Marcel Duchamp. Andare avanti significa non meravigliarsi che il tempo ti concede e accetta quello che hai fatto nel passato. Sento ogni tanto dire che la cultura dell’avanguardia è in crisi… io continuo a perseverare, un po’ anche nel segno di Umberto Eco che diceva che l’avanguardia, non potr essere più quella dei tempi delle avanguardie storiche quando l’arte riusciva ad anticipare la realt di decine di anni, ma bisogna capire che oggi è un’anticipazione di un anno… un paio d’anni”.
Parlando concretamente, che successo di pubblico ha avuto “De Vulgari Eloquentia”?
Clamoroso. Sento tanti spettatori giovani che adottano questo “stare attenti ai dantisti”.
Un progetto però, bisogna riconoscerl 6 è« « o è á « s pt B L libri n e B link B B d d B d d « B pG B B «7 B e « B E B B èMODE B H l è NO è B B» OJ B e
B t n B B B B R pe B K K K B Y B B T B B D B e S pH K B UNION B L B B time B o, che non è facilmente comprensibile per il pubblico attuale…
“Principalmente per il taglio che è stato fatto a un tipo di incoraggiamento che prima veniva dal ministero e dall’ETI. C’era una politica più illuminata, attenta al rinnovamento del linguaggio. Io e De Fusco insieme ad altri siamo stati i primi a inserire il linguaggio cinematografico nei nostri spettacoli. Io sono stato fortunato ad avere un incontro in giovanissima et con Caccioppoli, che mi ha convinto a pensare che bisogna coinvolgere tutte le arti in qualsiasi programma. Una volta, per esempio, gli attori di teatro che si dedicavano al cinema, venivano guardati dai propri colleghi con sospetto, come se fosse stato consumato un tradimento”.
Cosa c’è nel futuro di Spazio Libero?
“Portare avanti il nucleo di Spazio Libero il rapporto strettissimo con la scientificit . Veniamo da un’epoca in cui l’arte era assolutamente concettuale, e mi riferisco anche ai miei spettacoli su Duchamp che oggi si trovano al Museo Madre. Tutto quello che è matematicamente necessario per portare questo tentativo d’innovazione più avanti, stai certa che siamo gi pronti a realizzarlo. “
Per saperne di più
www.spazioliberoteatro.it
Nelle foto, una scena dello spettacolo e il regista Vittorio Lucariello