Lo scenario è suggestivo. Gli attori recitano su un palcoscenico galleggiante, una zattera che domina il laghetto al centro delle Stufe di Nerone a Bacoli. Così l’estate napoletana riaccoglie tra le sue braccia la singolare rassegna “Teatro alla deriva”, ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola. Dopo il successo del primo spettacolo della rassegna Cliès revival, messo in scena domenica scorsa, ecco per il prossimo fine settimana, L’ibrido (foto). Sulla zattera ci saranno Giuseppe De Vincentiis (che firma anche testo e regia) insieme a Simona Barattolo.
Il tema è di quelli forti. Diversità e carcere. Tra momenti duri, prese di coscienza e ironiche divagazioni, Carmine/Carmen scopre e rivela se stesso/a ma anche l’inumanità di chi non concepisce e sopporta l’esistenza di chi non è come la massa. In una cella di manicomio criminale tre-passi-per-tre, il dialogo crudo tra le due anime di una stessa persona, sedata e alienata dal proprio corpo.
Il lavoro, emozionante e drammatico, si nutre delle stesse esperienze dell’autore, De Vincentis che ha vissuto dietro le sbarre e che, attraverso il teatro, ha reniventato la proria vita.
Il 9 luglio l’intramontabile spettacolo maturato da Annibale Ruccello nella sua breve vita , “Le cinque rose di Jennifer” con Ernesto Lama e Elisabetto D’Acunzo per la regia di Peppe Miale. Storia di una travestita soffocata da una società bigotta e benpensante.
Chiude la manifestazione il VulìeTeatro com “Semi(peccato, non esiste più l’amore platonico) scritto da Michele Brasilio che e è anche protagonsita accanto a Marina Cioppa.
E’ la storia di Ugo e Claudia, conviventi, alla vigilia di una cena con amici. Preciso e metodico lui, uterina e perspicace lei. Woody Allen come nume tutelare, tra battute fulminanti e spiazzamenti imprevisti per una storia dolceamara che strappa il sorriso molte volte, malgrado il perenne disaccordo tra i due.
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