Il più grande di tutti. Tenore per eccellenza. Enrico Caruso (1873-1921) che fu immenso nel mondo e snobbato dalla sua citt , adesso ci guarda da Mercurio. A lui l’omaggio di un astrofisico campano, Mario D’Amore che gli ha intitolato un cratere.
Dal 16 dicembre l’artista, figlio di un operaio, nato in un quartiere popolare di Napoli, San Carlo all’Arena, da genitori originari dei Piedimonte d’Alife (la stessa terra da cui proviene il giovane scienziato italiano che gli ha dedicato la propria ricerca), guarda da vicino il sole.
Mai riconoscimento fu più appropriato per un protagonista dell’opera benedetto dal destino che gli donò quella voce Mercurio, che porta il nome del messaggero degli dei, è il pianeta più vicino alla stella madre del sistema solare.
Mario D’Amore, classe 1977, si è laureato all’Universit Federico II di Napoli. Si è trasferito poi a Berlino per lavorare come ricercatore all’agenzia spaziale tedesca (deutsches Zentrum für Luft und Raumafahrt). Collabora alla missione Nasa Messenger, ora su Mercurio. Un modo, il suo, per dire grazie a un talento che continua a brillare. Forse perch anche la scienza è un’arte.
In foto, Enrico Caruso
venerd 20 dicembre 2013