A Napoli rinasce il Museo Pagliara. L’universit Suor Orsola Benincasa presenta il suo gioiello (fondato negli anni 50 all’interno della cittadella universitaria) oggi, marted 27 settembre, alle 17 nella “Casa dei Cavalieri di Rodi” attraverso una delegazione guidata dallo storico dell’arte Pierluigi Leone de Castris, nel corso dell’evento “Mestieri d’Arte, origini e futuro in Italia”. Il museo partenopeo fa parte dei progetti vincitori del bando “Beni invisibili, luoghi e maestria delle tradizioni artigianali” lanciato dalla Fondazione TIM nel 2013 con un contributo complessivo di 1,5 milioni di euro.
Ecco un po’ di numeri che ne accompagnano il recupero. Duemila ore di attivit di restauro e quattromila ore di attivit di ricerca per 136 opere d’arte restaurate. Obiettivo restituire visibilit a una delle collezioni artistiche più belle della citt di Napoli.
Per mettere a segno il progetto sono stati coinvolti 80 studenti dei diversi corsi universitari del Suor Orsola, dal corso di laurea magistrale in conservazione e restauro dei beni culturali alla scuola di specializzazione in beni storici-artistici, fino ai corsi di alta formazione in exhibition design e in progettista multimediale
La collezione del museo raccoglie capolavori di importanti artisti, come El Greco, Bernardo Cavallino, Jean-Baptiste Camille Corot, Francesco De Mura, Pietro Scoppetta e Domenico Morelli. E rappresenta la preziosa donazione di un intellettuale partenopeo, Rocco Pagliara (1857-1914), collezionista straordinario di quadri, stampe, porcellane, vetri, ceramiche, mobili e spartiti musicali.
Il progetto è stato realizzato grazie a un’innovativa procedura di restauro e valorizzazione delle opere d’arte che unisce al mestiere artigianale le più innovative tecnologie per la digitalizzazione 3D insieme a una piattaforma tecnologica finalizzata alla fruizione dei beni artistici mediante dispositivi mobili adottando la tecnica della realt aumentata.
Il museo sar inaugurato nei prossimi mesi. I visitatori saranno immersi in proiezioni di contenuti interattivi e tridimensionali con consolle di motion capture, diventando partecipi della bellezza riproposta.
Per saperne di più
www.unisob.na.it/ente
Nelle foto, il museo, un dipinto di Bernardo Cavallino e il restauro di uno dei suoi “gioielli”