Un periodo storico del nostro paese. Visto l’affossamento del ddl Zan, le associazioni nazionali fanno sentire la loro voce, forte incisiva. Compatte per urlare insieme il loro dissenso alla negazione del “diritto” in occasione del Tdor (Transgender day of remembrance) con lo slogan “Mi rivolto, quindi siamo”.
Quest’anno la commemorazione avverrà sabato 13 novembre sulla scia dell’onda transofobica nazionale. Una giornata per commemorare le vittime di transfobia.
A organizzarla è l’associazione transessuale Napoli (Atn) presieduta da Ileana Capurro, affiancata dalla vicepresidente Loredana Rossi nella Galleria Principe di Napoli, spazio bar Le Lazzarelle (di fronte al Museo Nazionale).
Con loro, alle 19, ci saranno associazioni sensibili alla problematica come Una di meno, movimento politico transfemminista, intersezionale, antirazzista, antifascista, anticapitalista, autonomo da qualsiasi partito, che mira alla trasformazione radicale della società a partire dalla lotta contro la violenza maschile e di genere, ma pure contro le gerarchie sociali.
Interverranno anche artisti e attivisti del panorama napoletano come Myriam Lattanzio e Sara Carbone. Che reciterà un omaggio a Franca Rame di Vincenzo Cucchiara. Hanno dato la loro adesione, inoltre, Stefania Zambrano, Angelica Visconti, Pasquale Ferro e tanti altri. Tutti uniti senza sigle, né bandiere e colori politici. Il diritto è rainbow.
Spiega Iliana Capurro: «Il Tdor nasce nel 1998 negli Stati Uniti quando viene uccisa un’attivista trans, Rita Hester. Rita Hester sorride, è bella come tante donne nel fiore dei 35 anni. Ma i 35 anni lei non li ha mai festeggiati, perché è stata assassinata due giorni prima. La causa dell’omicidio: Rita era una transgender. Poi dal 1999 il Tdor si è diffuso subito in tutto il mondo per ricordare le persone transessuali uccise nel mondo e purtroppo il numero delle vittime aumenta ogni anno. Una giornata un po’ triste: si leggono i nomi delle persone uccise e si accendono delle candele… non può essere essere un momento di allegria, perché quando si leggono tanti nomi di persone transessuali massacrate è un po’ difficile pensare che possa essere una festa. Questo è un giorno di lutto».
Loredana, invece, racconta come nasce l’associazione: «Atn vede la luce il 4 ottobre del 200. Sin da quando si è costituita, ha avviato un’attività di sensibilizzazione, aiuto e ascolto alle persone transessuali attraverso iniziative finalizzate a riconoscere e ad affermare la libertà del transessualismo e a rispondere ai bisogni delle persone transessuali, promuovendo azioni direttamente sul territorio di riferimento».
Ecco alcune delle preghiere che le sorelle brasiliane dedicano alle persone uccise. “Oxalá mio padre permetta la mia esistenza e mi protegga nelle negoziazioni che compio in questo mondo coloniale e mi permetta di continuare a vivere negli incroci. A continuare a ridere all’interno degli incroci identitari e a continuare a transitare tra i tempi. Amen. Axe”.
“Chiedo grazia alle travestite (trans) macumbeiras che mi hanno insegnato a vivere l’impossibile. Chiedo grazia anche a mio padre Oxalá per avermi insegnato che il mistero della mia esistenza è in costruzione da migliaia di anni”.
“ Oxalá padre,,, salvaci e permettici di continuare a creare preghiere mentre profaniamo tradizioni razziste.”
“Io prego per me e per le mie sorelle(per quelle come me), Io canto per salvare la mia stessa vita. Io canto come processo di affermazione alla vita. E la preghiera nasce nel modo genuino … cosi come il mio processo di cercare di capire chi sono io; di riconnettermi con me stessa… e riconnettermi con me stessa in questo processo significa riconnettermi con le mie radici, prendermi cura del mio spirito… capire che il mio spirito è di carne e di ossa.”
“Registrare un’orazione, significa pensare che non ho un metodo di connessione spirituale, che non c’è un processo quotidiano. Allo stesso tempo c’è questa cosa che è la celebrazione della vita… La permanente celebrazione della vita. Celebrare che sono viva insieme alle mie (sorelle).”
“Nel mondo nessun Dio è stato capace di salvarci o di intercedere per le nostre vita. Abbiamo dovuto imparare a essere le nostre stesse dee. Ed è nelle mie sorelle, dee di carne, ossa e cuore, che io metto tutta la mia fede.”
“Io credo nel potere delle mani che si alzano, io cedo nel potere della preghiera io credo nel potere delle ginocchia che si piegano, io credo nel potere della preghiera. Per me la preghiera non è nient’altro che il potere della parola, Il potere dell’espressione, Il potere del corpo. Cosa ne sarebbe di questo paese senza travesti?”
” Noi profetizziamo vite, soprattutto in tutto questo paese, vite travesti. Profetizziamo la caduta del maschilista; profetizziamo la fine del nostro sterminio; profetizziamo la nostra resistenza; profetizziamo libertà; profetizziamo allegria, felicita, profetizziamo prosperità. Questa è la nostra preghiera.”
“Preghiera per me significa molto… sono i mantra, sono i momenti di affetto, è dove io cerco l’affetto, dove cerco risposte.”
Parole semplici, importanti, piene di grandi sentimenti e di pietas, parole scritte con il cuore, con l’anima, il sangue, ma soprattutto con una sofferenza che parte da corpi martoriati dalla società.
Questa manifestazione è un obbligo morale, tutti devono intervenire per dare sostegno e forza a persone che hanno combattuto e ancora combattono per il diritti dell’essere.
Le persone trans sono sempre viste come “lucciole” di notte che vivono il marciapiede … Vogliamo imparare a guardarle come persone che vivono la vita? Chiediamo a a tutte e a tutti quelle/i che interverranno di portare un lumino: la luce è importante, illuminiamo con la nostra passione dei ricordi, dei diritti.
In Galleria Principe di Napoli l’accesso sarà libero a chiunque vorrà partecipare, per urlare uno slogan semplice ma incisivo, dovrà essere un coro contro chi usa e abusa del potere della forza, della cattiveria. Allora gridiamo: “In cielo, in terra e in ogni luogo… Mai violenza”.
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