Dopo la sbandata da covid, rientra nei binari estivi per i suoi dieci anni divita la rassegna Teatro alla deriva nella suggestiva cornice dei Campi Flegrei E parte domani giovedì primo luglio con un evento musicale fuori zattera, dal titolo Neapolitan contamination. , i NeaCò portano sul palco la più bella musica tradizionale partenopea contaminata dai ritmi e dalle melodie delle culture musicali di tutto il mondo.
Lo spettacolo è un coinvolgente viaggio-racconto, sottolineato da ritmi e stili musicali che portano l’ascoltatore dove non era mai stato prima d’ora.
Domenica 4 luglio, invece, si torna sulla zattera nel laghetto che diventa affascinate palco. Peculiarità di questa manifestazione ideata da Ernesto Colutta per le sue Terme Stufe di Nerone, diretta artisticamente da Giovanni Meola.
In scena “’E ssanzare” liberamente ispirato a Il Malinteso di Camus Aspro e poetico, tra proverbi, figure retoriche e versi, il napoletano Fabio Di Gesto riscrive la vicenda di due donne che affittano e vendono case, arrotondando in modo assai poco ortodosso pur di partire e rifarsi una vita. Ma il dramma è dietro l’angolo. Con Francesca Morgante, Maria Claudia Pesapane e Luca Lombardi.
Domenica 11 luglio, tocca invece a Stellaria celeste (foto) di Fabio Pisano, con suggestioni sonore live di Francesco Santagata. Lo spettacolo narra la vera storia di una delatrice ebrea in seguito al rastrellamento nel ghetto ebraico di Roma. Traditrice della sua gente, pur di salvare la pelle e quella dei suoi familiari, Celeste si muove tra suggestioni sonore dal vivo e più personaggiche si alternano attorno alla sua figura.
Domenica 18 luglio, Juorne di Diego Sommaripa con Chiara Vitiello. Un flussoparole e azioni irreparabili: questa è la donna che, col suo colorito napoletano, cerca di vincere la sua guerra, il dramma di crescere un figlio disabile.
Domenica 25 luglio, Il bambino con la bicicletta rossa, di Giovanni Meola con Antimo Casertano. Riflettori su nove protagonisti di una vicenda all’epoca clamorosa, poi del tutto dimenticata: il primo rapimento di un minore finito tragicamente. Fine anni ‘60: tra politica e devianza, destra eversiva e depistaggi, un solo corpo d’attore per nove voci trasfigurate attraverso un inesausto lavoro fisico e verbale.
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