La VI edizione della Rassegna di Teatro Amatoriale, una manifestazione fortemente voluta da Francesco Caccavale e organizzata da Albachiara Caccavale, ha offerto la possibilit a talentuosi artisti italiani di avere una visibilit che spesso viene loro negata.
Tra i tanti che hanno partecipato, la rassegna di teatro amatoriale dell’ Augusteo ha ospitato la compagnia “Costellazione” con “La Cattedrale”, un libero adattamento dal “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo e da “L’Opera da tre soldi” di Bertolt Brecht. Lavoro molto interessante quello di Roberta Costantini, anima e motore della compagnia di teatro amatoriale “Costellazione”, che da anni è regolarmente selezionata per rappresentare l’Italia in vari Festival internazionali, raccogliendo importanti riconoscimenti.
“La Cattedrale” non è solo la storia di Quasimodo, ma una narrazione corale che rappresenta l’universalit delle grandezze e delle miserie dei vari personaggi di Hugo. Immersa in un tempo dentro un altro tempo, ciò che permane è la pietra, imbevuta di ideali, immaginazioni, conflitti, sofferenze e bisogni degli esseri umani. In quest’opera gli attori proteiformi mutano d’aspetto e di ruolo evidenziando un mondo di finzione, falsit e convenienza, in cui imperversano l’accattonaggio morale e la pochezza etica, cos pericolosamente specchio della quotidianit odierna.
L’opera si ispira a due capolavori del passato ma il testo è stato completamente riscritto in fase di preparazione del lavoro, come ci dice la stessa Costantini, «secondo una prassi ormai consolidata che consiste nel tagliare e cucire su misura la storia adattandola ai messaggi e alle provocazioni che, di volta in volta,voglio lanciare ».
Diversi i temi di grande attualit che impregnano la struttura sociale odierna creando spunti notevoli di riflessione attraverso momenti di denuncia legati alla Diversit , alla Giustizia, alla Libert e al rispetto dell’Uomo Quasimodo esprime la sua deformit non nel corpo a nella mente, mostrando tutto il suo dolore derivato dall’emarginazione dovuta alla paura e dal disprezzo altrui per la sua pazzia;
Su tutti aleggia Ananke, il Destino, ma fino a che punto la vita può essere solo fatalit ?
Gli attori si mescolano tra il pubblico in veste di mendicanti, creando una sorta di pre-spettacolo gi nella strada e nel foyer, lasciando aperta e valicabile la “quarta parete”, creando cos un contatto emotivo intenso e continuo con lo spettatore.
Non abbiamo più il solo Quasimodo al centro della narrazione scenica, ma una coralit che ben si presta a rappresentare le molteplici e variegate sfaccettature della condizione umana.
Le strutture scenografiche, sette scale d’acciaio che mutano posizione grazie agli stessi attori, sono perennemente in movimento, in maniera però non sterile e di maniera come spesso accade ultimamente. Queste strutture danno vita a luoghi e ambientazioni diverse. I personaggi scolpiscono con questo rigido materiale strutture scenografiche perennemente in movimento, mentre usano costumi e teli come elementi aggiuntivi. Ne deriva un ritmo notevole che coinvolge ulteriormente lo spettatore. In uno spettacolo che ci sembra davvero molto interessante, spiccano le prove attoriali di Gianluca Paolisso in Quasimodo e della stessa Roberta Costantini in Clopin. Buone le interpretazioni di tutti gli altri. A riprova del fatto che il teatro amatoriale merita sempre attenzione e spazio.
Nelel foto, due scene dello spettacolo