Nuovo appuntamento con la rassegna femminile periodico al teatro Avanposto Numero zero, via Sedile di porto 55, Napoli. Sabato 16 alle 21 e domenica 17 alle 18 in scena “Tempo che fu di Scioscia” di Enzo Moscato con Tina e Carmen Femiano (foto), per la regia di Mario Gelardi.
Quattro di undici racconti, sulle Quattro Giornate di Napoli. Attraverso una lingua arcaica e modernissima al tempo stesso, affiorano quei giorni che videro Napoli e i napoletani protagonisti di una piccola rivoluzione.
Storie partenopee di quotidianità nella macrostoria del ‘900. Filo conduttore: la necessità di un recupero della memoria storica collettiva. Attraverso questi racconti coloriti e viscerali, non vi è distinzione tra vincitori e vinti, tra eroi e vittime, vi è la sensazione che tutti i protagonisti, che fanno parte della nostra storia, corrano il pericolo d’essere dimenticati e relegati in un passato lontano.
Così Moscato il senso di questi testi: «… un piccolo affresco, senza la solita separazione dicotomica, in bianco e nero, delle cose e le persone, con i Napoletani, puri e buoni, da una parte, e i Tedeschi, bruti e bestie, da quell’altra. Con i martiri e gli eroi, da un canto, e i vigliacchi e gli assassini, simmetricamente opposti a quelli».
Quattro, dunque, le storie scelte dal lavoro di Moscato: Pedamentina, ovvero una madre che ripete ossessivamente i gesti che hanno segnato la morte tragica dei propri figli; Bagattelle per un altro malinteso, squarcio amaro e violento sulla tragica morte di una giovane prostituta; Zwdi Taiblék Waise, romantica narrazione su una cantante cieca ed infine Tizzano, l’avventurosa e brillante storia di un giovane in piazza Dante.
I ricordi sulla Napoli della seconda guerra mondiale sono accompagnati dall’eco delle romantiche canzonette dell’epoca, che sembravano evocare un mondo irreale.
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