Per la sesta volta si è alzato il sipario sul Napoli Teatro Festival Italia, per fortuna anche ora, quando la crisi sembra cominciare a graffiare con incalzante violenza e si moltiplicano, quindi, gli interrogativi sull’opportunit di destinare risorse alla cultura, all’arte, alla musica, al teatro. La cornice è stata quella superba e monumentale del teatro di San Carlo; lo spettacolo è stato uno dei più belli degli ultimi tempi, di sicuro degli ultimi dieci anni. Protagonista della serata è stato il coreografo francese, nato nel 1955 da rifugiati spagnoli, Jos Montalvo. In lui sono forti i ricordi delle colorate gonne della compagnia flamenca nella quale danzava sua madre, come pure le influenze del movimento dadaista, di Carolyn Carlson, di Lucinda Childs e di Merce Cunningham.
Sapiente è l’uso attento e oculato delle tecnologie, non mero sfondo o trovata a effetto, bens lente per filtrare alcuni aspetti della vita, di quella reale e di quella portata sulla scena, che si fondono, si confondono, senza più steccati in una mescidanza fluente e magmatica di situazioni, di stati d’animo, di emozioni e di pensieri tristi, allegri, appena accennati o meditati a lungo. Lo spettacolo presentato a Napoli risponde al criterio della dance voire et dancer, attraverso la quale il corpo comunica con singolare efficacia ogni possibile moto dell’anima. Montalvo è abilissimo nel fondere l’hip hop con il flamenco, con la danza africana, con il tip tap e con ogni possibile espressione musicale e coreografica. Il teatro di Montalvo, fatto di danza, di teatro, di acrobazie, di immagine rapite, ferme, in movimento, di sguardi ora schivi ora magnetici, profondi sempre, trova in Don Quichotte du Trocadro, una delle sue espressioni più compiute.
Cifra di questo suggestivo spettacolo è incontro tra i danzatori e le immagini proiettate sullo sfondo. Il capolavoro di Cervantes viene destrutturato e ricostruito, sotto una luce nuova, quella della danza appunto, che conferisce alla vicenda un sapore nuovo e prelibato. Straordinari i ballerini, tutti bravissimi, sui quali spicca il grande attore comico Patrice Thibaud. Il romanzo si tuffa nella danza, anzi nel burlesque, mirando dritto a quella caleidoscopica riflessione sulla vecchiaia, sul silenzio, sul sorriso, sulla morte, sulla passione, insomma sulla vita che Don Quichotte du Trocadro porta sulla scena, senza clamori, senza eccessi, anzi- complice la danza- in punta di piedi.
L’EVENTO DI STASERA/ ENZO AVITABILE & BOTTARI DI PORTICO IN CONCERTO
Mercoled 5 giugno alle ore 21 alla Citt della Scienza concerto di Enzo Avitabile & Bottari. Definito dal premio Oscar Johnatan Demme che ha voluto girare un documentario su di lui “il figlio spirituale di John Lennon”, Enzo Avitabile ha dedicato la sua vita alla ricerca di suoni inediti, vitali ed essenziali, al di fuori di ogni logica commerciale, di ogni conformismo o moda. In linea con la sua ricerca di fusione tra antico e moderno, Avitabile si esibisce per il Napoli Teatro Festival Italia insieme ai Bottari di Portico, ensemble che nasce dalla volont di riprendere canti e musiche dei contadini campani che, anticamente, percuotevano freneticamente gli attrezzi impiegati nel quotidiano lavoro dei campi come rituale per un buon raccolto e per cacciare gli spiriti maligni.
Per saperne di più
www.napoliteatrofestival.it
In foto, una scena di Don Quichotte du Trocadro