"Mentre aspettavo", spettacolo in lingua arabo-siriana al Bellini di Napoli, regia di Omar Abusaada, scritto da Mohammad Al Attan, con Amal Omran, Mohammad Alarashi, Nanda Mohammad, Fatina Laila, Mouiad Roumien, Mohammad Al Refai, scene di Bissane Al Charif, luci di Hasan Albalkhi, video di Reem Al Ghazzi, musica di Samen Eldahr (Hello Psychaleppo).
E’ la storia della rivolta in Siria iniziata nell’aprile del 2011 contro lo strapotere dittatoriale di Assad che crea morte di innocenti, fame, miseria, forzato esilio, fuga su barconi verso paesi europei di una moltitudine di uomini donne ragazzi anche soli senza genitori. Molti muoiono in mare. Il video sul palco mostra corpi che galleggiano privi di vita. Scene che vediamo in tv ogni giorno come palazzi, scuole, ospedali, distrutti o avvolti dalle fiamme, morti in strada. Quelle stesse scene documentate nei telegiornali o nei servizi d’informazione, visti in casa, stesi su poltrone o divani oppure seduti a pranzo o a cena, sembrano meno drammatiche enon scuotono le coscienze di noi cittadini liberi come visti a teatro, luogo di cultura che porta a riflettere, educa alla democrazia, convivenza pacifica, al dialogo con etnie di altri paesi.

Il personaggio principale dello spettacolo è Taim, operatore televisivo indipendente,
vittima di un pestaggio mentre attraversa uno dei tanti check- che vive tra la vita e la morte in coma su un letto di ospedale assistito dalla madre. E’ la prima denuncia contro la libert  di stampa imposta da ogni dittatura o da false democrazie inquinate dal malcostume di politici.

Taim in coma è la Siria che combatte da anni tra la vita e la morte, tra disperazione e ricerca di un futuro più umano, più civile, più vivibile.
E’ un popolo che non si rassegna, che combatte, che spera, che cerca di liberarsi del passato per vivere altre esperienze. Intorno al letto vuoto di Taim si ricongiunge con la madre la sorella, fuggita a Beirut per vivere libera, e la giovane moglie. Viene posta l’attenzione sulla sacralit  della famiglia presente nella cultura popolare.
La musica e il video sulle manifestazioni di ribellione per vivere in democrazia, in cui gli slogan sono uguali in tutto il mondo anche se espressi in lingue diverse, rendono il popolo siriano fratello gemello di ogni altro popolo. La rivolta di un popolo porta alla guerra civile, all’odio tra chi vive nella stessa citt , tra amici di un tempo, vicini di casa, tra parenti genitori e figli. Drammatiche sono le scene in video di funerali di morti per la libert . Cortei anche sono momenti di protesta che spesso, assaliti dalla polizia, provocano altri morti. Lo spettacolo, tessuto abilmente da ottimi attori, è una invocazione all’Europa all’accoglienza umanitaria senza fili spinati, confini murati, campi di prima accoglienza invivibili, ritorni forzati nei paesi da cui sono fuggiti che è un rivivere la disperazione o la seconda condanna certa alla morte.

Taim assiste all’incontro dei suoi cari e di un amico sul palco dall’alto su una grande struttura in ferro mentre racconta il dramma della Siria con una sequenza di filmati su schermo.
L’allestimento scenico e le geometrie delle azioni degli attori ricordano le Pale d’altare del Rinascimento italiano, pitture di Piero della Francesca, il Giudizio universale di Michelangelo.

Questa sera, altri tre prime di Napoli Teatro Festival Italia.
“Peccato che fosse puttana”, regia di Laura Angiulli, alla Galleria Toledo, ore 19 e replica domani 29. “Mare Mater”, alla base della Marina Militare al Molosiglio, ore 21 fino al 2 luglio. E’ la storia della nave asilo Caracciolo e della signora Giulia Civita Franceschi, idea di Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione. Tra il 1913 e il 1928, Napoli fu al centro dell’interesse pedagogico internazionale accogliendo sulla nave 750 bambini e ragazzi abbandonati, sotto la guida di Giulia, saliti “scugnizzi” sbarcarono gi  uomini esperti marinai nei vari ruoli, pescatori, costruttori di barche e navi. Al Museo del Mare a Bagnoli è in mostra permanente la loro esperienza con un’ampia documentazione di foto, scritti, modelli di navi costruiti da alcuni. “Love stories”, musica e danza ispirata dalla storia di Romeo e Giulietta all’Arena flegrea ore 21,30. Replica di “La Danse des amants”, a villa d’Ayala di Valva a Salerno ore 21,30, di e regia di Sara Sole Notarbartolo.

Per saperne di più

www.napoliteatrofestival.it

In alto, un momento di "Mentre aspettavo". In basso, da sinistra, “Peccato che fosse puttana” e la nave asilo Caracciolo

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