Leo Gullotta, al Madre Museo d’arte contemporanea DonnaRegina di Napoli, entusiasma il pubblico raccontando quattro fiabe la favola delle arance d’oro, tredicillo, l’asino cacadenari, Giovannino senza paura. Eccentrico, vivace, dinamico, estroso, non entra, come altri seri con passo felpato, sul palco dalle quinte ma irrompe in platea tra il pubblico mentre l’Orchestrina Musica da Ripostiglio suona una sua allegra festosa musica. Gullotta, noto attore eclettico, saluta tutti come un commediante di strada dell’antica Commedia dell’arte invitando anche chi immagina chiuso in casa o affacciato ai balconi di una piazza di paese al suo spettacolo. Non ha giacca camicia cravatta ma una tuta grigio perla, abito usato spesso da nonni in casa, e chiama ipotetici nipoti amici parenti intorno al fuoco per ascoltare fiabe da lui inventate.
I titoli delle favole, da lui scelte, fanno immaginare di trattarsi di storie popolari puramente inventate, fantasiose, esilaranti, gioiose. Previsione azzeccata. Si apre il fantastico sipario dell’immaginazione su luoghi incantati abitati da maghi, streghe, orchi, re, principesse, saggi vecchi, leoni, aquile, capre, formiche, porcospino, magiche uova, belle fanciulle, pastori, severi genitori, viaggi alla scoperta di nuovi mondi, per conoscere, vivere avventure sognate, citt e castelli sotterranei accessibili solo da profondi pozzi, fortune improvvise, regali in denaro e forzieri colmi di preziosi gioielli, giardini con arance d’oro. Ma in ogni favola non manca mai la malvagit umana, l’invidia, il ladro, l’assassino, il traditore, l’astuto, lo stolto.
Protagonisti sono un timido e un coraggioso ragazzo, un saggio contadino, ragazze che si innamorano di chi ha coraggio, gentilezza, rispetto per la donna, generosit , bont d’animo.
Leo, nel raccontare, entra nei vari personaggi cambiando tono di voce spesso in napoletano.
Ed ecco che si ascolta il burbero re, l’orco, il porcospino, la timida formichina, il malavitoso, il guappo, la dolce fanciulla, il furbo contadino, il timido o il coraggioso ragazzino, l’acidula voce della cattiva madre, il belare delle pecore e della capra nera, gli astiosi toni dell’invidia.
Nelle pause tra una fiaba e l’altra, l’Orchestrina riprende a suonare. Gullotta non si ferma. Va a dialogare con i maestri Pirozzi, Giacomelli, Toninelli, Pellegrini, che, mentre suonano, gli fanno da spalla. Sul grande schermo si susseguono fiabeschi paesaggi, animali, pupazzi. Alla fine Gullotta salta dal palco commosso e contento per tornare a salutare e ringraziare tutti.
Con lui termina la maratona nelle amene localit della Campania degli attori Salemme, De Sio, Orsini, Santamaria, Haber, Danieli, Giannini, Battiston, Ferrari, protagonisti dell’evento “Una favola di Campania”, fiabe, miti, leggende, cronache, progetto di Marco Balsamo, regia di Fabrizio Arcuri, video di Lorenzo Letizia, inserito in Napoli Teatro Festival Italia 2016.
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In foto, Leo Gullotta