Un urlo che riecheggia dalla trasparenza del suo profilo. Masaniello continua a vivere nell’opera dell’artista napoletana Enza Monetti che sarà consegnata il 30 settembre ai premiati della manifestazione ideata da Luigi Rispoli e Umberto Franzese, alla sua dodicesima edizione. Il teatro Sannazaro, nel cuore di Chiaia, ospiterà anche quest’anno, dalle 20, il premio che è nato nel suo luogo storico ideale, la zona Mercato, da dove partì il grido di rivolta del pescivendolo napoletano, nel diciassettesimo secolo.
Presentato stamattina in conferenza stampa, nella magnifica cornice del teatro di palazzo Donn’Anna, a picco sul mare, dagli organizzatori (Rispoli, Franzese, Laura Bufano, affiancati dal presidente della giuria, Mario de Cunzo, e dalla conduttrice della serata, Lorenza Licenziati), per il 2017 accende i riflettori, nel tema specifico che lo caratterizza sin dal suo debutto, sul mondo della creatività (sovrana di Napoli), sottolineato dal titolo della sezione èartesì al piacere della bellezza.
Protagonisti: Luisa Ambrosio, capace di dirigere un museo bellissimo ma spesso trascurato dai turisti, il Duca di Martina, all’interno del parco della Floridiana, creando collegamenti intensi con le associazioni del territorio; Giovanna Cassese, già attivissima direttrice dell’Accademia di Belle arti di Napoli; Marina Colonna, presidente delle dimore storiche italiane; Vega De Martini che ha dato prova di essere un motore scoppiettante della Reggia di Caserta da direttrice; l’architetto Antonio Martiniello, tra i fondatori della Fondazione Made in Cloister he ha ridato vita all’antico chiostro di chiostro di Santa Caterina a Formiello; Peppe Morra, dagli anni ’70 sulla scena dell’arte con il suo spazio espositivo (Stuio Morra) trasgressivo e anticonformista, tanto da portare nella città di Partenope il papà dell’azionismo viennese, Hermann Nitsch e poi da intitolargli un museo, all’inizio del terzo millennio, in una centrale elettrica ristrutturata; il chirurgo Gennaro Rispoli, che all’interno dell’ospedale degli Incurabili ha fondato il museo delle arti sanitarie; e, ancora, la curatrice Maria Savarese, la gallerista Laura Trisorio e la docente della Federico II, Isabella Valente.
E’ la Napoli talentuosa, quella che si vuole fare emergere, contro una immagine negativa della città mediaticamente dipinta come covo di camorra e spazzatura. E il premio, che prevede anche il tema ciclico dei Napoletani protagonisti, quest’anno offre la scena a: Marco Altore (giornalista); Tony Cercola (musicista e percussionista che ha conquistato il mondo suonando con una “buatta”); l’imprenditore Gianfranco D’Amato; Mario Massa, segretario generale della Fondazione Comunità centro storico di Napoli; Paolo Monorchio per la Croce Rossa di Napoli che spegne 150 candeline; Vincenzo Montrone, anestesista e terapeuta del dolore.
E’ la seconda volta di Sasà Imperatore da regista della cerimonia di consegna dei riconoscimenti che sabato lancerà sul palco la scugnizza Masaniella. Per ridare vigore alla storia nella contemporaneità e disegnare uno spazio dedicato all’energia delle donne. Sperando che il Premio ritorni dove ha avuto origine. Sotto il cielo dell’orgoglio napoletano, all’ombra della basilica del Carmine. Per non dimenticare che il passato ha un futuro.