Nemmeno il Teatro Stabile di Napoli si ferma. Dopo ‘Nzularchia di Mimmo Borrelli, per quanti vorranno, da casa, è disponibile sul canale Youtube (TeatroStabileNapoli) la visione integrale dello spettacolo Mal’essere dall’Amleto di William Shakespeare, su ideazione, drammaturgia e regia di Davide Iodice.
Riscrittura in napoletano di Gianni ‘O Yank De Lisa (Fuossera), Pasquale Sir Fernandez (Fuossera), Alessandro Joel Caricchia, Paolo Sha One Romano, Ciro Op Rot Perrotta, Damiano Capatosta Rossi.
In scena: Salvatore Caruso, Luigi Credendino, Veronica D’Elia, Angela Garofalo, Francesco Damiano Laezza, Marco Palumbo, Antonio Spiezia, e con i rapper-attori Gianni ‘O Yank De Lisa, Vincenzo Oyoshe Musto, Paolo Sha One Romano, Damiano Capatosta Rossi, Peppe Oh Sica.
Spazio scenico, maschere, pupazzi di Tiziano Fario, costumi di Daniela Salernitano, disegno luci di Angelo Grieco e Davide Iodice, musiche composte ed eseguite dal vivo da Massimo Gargiulo. Produzione del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale. Rappresentato al Teatro San Ferdinando dal 1 al 12 febbraio 2017.
Sottolinea il regista: «Covo da anni il sogno di un Amleto studiato più volte, più volte apparso come fantasma, ricacciato sempre per pudore e per paura, nell’attesa di una giusta distanza dalle grandi lezioni dei padri, appunto; perché Amleto è l’emblema stesso del fare teatro ed è questione di maturità. Ritrovo questa necessità ora, come ritrovo la necessità di dire tra tante, una parola mia su Napoli. In questo tempo di “paranze d’‘e criature” e di criature morti ammazzati, di padri che mandano – ancora – i figli alla strage, nell’Elsinore dove vivo, tra Forcella e Sanità, qui mi riappare l’ombra di Amleto, qui sento che non è tanto questione di essere o non essere ma di mal’essere, nel senso doppio della nostra lingua che dice insieme di persona cattiva ma anche di un profondo scoramento, esistenziale: essere o non essere il male, piuttosto. Nessuno più e meglio dei numerosissimi rapper dei nostri territori sa esprimere, a parer mio, questo malessere oggi».
In alto, un momento dello spettacolo fotografato da Pino Miraglia