Ci siamo. Ancora qualche ora e il Trianon Viviani ospiterà uno spettacolo che rievoca la straordinaria vicenda umana e artistica di Titina de Filippo.
Venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 maggio.
Titina la magnifica, per la scrittura di Domenico Ingenito e Francesco Saponaro, è un’immersione totale nella vita dell’attrice napoletana.
Una analisi approfondita che ricrea, con la tecnica del collage, l’intima stanza delle memorie di Titina: dai primi passi sui palchi di Napoli agli anni della malattia, passando per il successo straordinario e l’affermazione di una voce irripetibile nella drammaturgia mondiale.
Lo spettacolo porta la regia Francesco Saponaro e vedrà sul palco Antonella Stefanucci e Edoardo Sorgente.
Donna in un mondo che celebrava gli uomini, soprattutto donna in una famiglia che aveva espresso gli uomini più straordinari che la drammaturgia napoletana abbia mai avuto, Titina passò una vita in apparente sordina, pur mantenendo le redini della produzione poetica e artistica della sua famiglia.
Perché, se nominando i De Filippo si pensa a Eduardo e poi a Peppino, Titina fu madrina e depositaria di un modo di fare teatro che passava obbligatoriamente per il suo assenso, voce ultima di un lavoro corale.
Persona di una cultura sopraffina, abituata a calpestare i palcoscenici già dai primi anni di vita in quella tribù (ramo De Filippo) che era la famiglia Scarpetta allargata, Titina fu molto altro oltre ai suoi personaggi.
Ogni nuova opera di Eduardo passava attraverso la sua lettura, che produceva sempre una parola di correzione, una di lode, un incoraggiamento.
Persino Filumena Marturano, fu scritta su una parola di Titina: quando dopo la lettura di Questi Fantasmi fece notare al fratello come, da quelli che sarebbero divenuti pezzi iconici del teatro, emergessero solo gli uomini.
Detto, fatto. Eduardo lavorò ininterrottamente 12 giorni per regalarci un’opera che avrebbe fissato nella memoria degli italiani la vitalità espressiva, la capacità di tenere il palco di un’artista dalla personalità di ferro, dalla cultura adamantina, dal carattere cristallino.
Filumena regalava agli italiani uno spaccato sulla realtà anche troppo conosciuta da molte donne del secondo dopoguerra. Un personaggio cucito addosso a Titina, ma che non poteva essere più lontano dalla sua totalità di attrice, artista, creatrice di linguaggi, di gestore delle vicende della sua prolifica e artisticamente ingombrante famiglia.
Tentativo di Titina la Magnifica sarà anche quello di operare questa separazione tra personaggio e persona, raccontando da uno dei palchi più iconici di Napoli, una delle vicende umane più iconiche di Napoli.
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In foto, Titina De Filippo: immagine di proprietà del fondo Carloni, Società napoletana di Storia patria e la locandina della rappresentazione che apre il ciclo proposto al Trianon dal titolo “L’eredità Scarpetta” tra spettacoli e incontri, fino al 23 maggio