Una storia d’amore che nasce tra le pieghe di una vicenda oscura. “Una vita rubata” della scrittrice esordiente Enza Tempone (Dante&Descartes, pp. 185, € 10,00) è un romanzo giallo che d voce alla rabbia e al dolore di una donna, che trova nella vendetta l’unico rimedio al male infertole dal suo uomo.
Con precisa alternanza, i personaggi della Tempone si trasformano da vittime in carnefici e viceversa, sottolineando la complicit insita in questi due ruoli “C’è sempre una complicit tra la vittima e il suo carnefice afferma l’autrice – Ovviamente ciò non avviene in alcune vicende di violenza, come ad esempio negli stupri, ma in tutti gli altri rapporti personali e sentimentali e nelle altre relazioni. Esiste un tacito accordo tra chi esercita il potere e chi, invece, lo subisce”.
La trama del giallo si sviluppa attraverso una serie di incontri passionali, i quali più che fare da sfondo alla vicenda principale, al fatto criminoso e all’indagine del commissario Curcio, costituiscono il vero fulcro del romanzo che, quindi, smette di essere un poliziesco dai tratti noir e diviene un viaggio attraverso le passioni, le morbosit e le violenze dell’amore, declinate sul paradigma del rapporto di potere.
“Credo che la maggior parte degli uomini prosegue non riescano a rapportarsi alle donne sul piano della parit . Essi non riescono a porsi sullo stesso piano delle donne, perch in fondo non lo ricercano. Preferiscono il paradigma del potere comandare o essere comandati, subire il potere dell’altro o esercitarlo”.
La violenza scaturisce dalla accecante passione per l’altro, dalle aspettative tradite e dalla raggiunta consapevolezza di trovarsi, nel rapporto, su di un piano diverso rispetto al partner ciò che per l’uno è un semplice gioco, un divertimento che trova inizio e fine nel piacere di sedurre, diviene per l’altro ragione di vita e motivo di morte. L’assenza di parit nei rapporti diviene uno spunto per analizzare con l’autrice (avvocato e attivista del movimento femminista) lo status di donna e delle politiche di genere in Italia.
“La parit dei sessi è soltanto apparente spiega Tempone e si esplica, sporadicamente e solo in alcuni luoghi di lavoro. Rispetto agli anni Sessanta, ad esempio, il nostro paese ha fatto grandi passi in avanti penso al fatto che fino a quaranta anni fa alle donne non era consentito l’accesso alla magistratura, mentre oggi sono quasi la maggioranza dei giudici. Nei rapporti uomo-donna, invece, soffia un vento di reazione che trova sponda nella vita pubblica e nella politica. Oggi, in Italia, vediamo messi in discussione alcuni dei diritti fondamentali delle donne, come quello all’aborto o quello relativo all’accesso a determinate cure e terapie, e non mi meraviglierei se venisse messo in discussione anche il divorzio. La ragione di tutto ciò sta nel maschilismo che domina la scena pubblica italiana e nella presenza del Vaticano, che, sempre più, costituisce un elemento di arretratezza culturale e di conservatorismo. Le diversit , in Italia, hanno vita dura le donne non riescono ad affermare se stesse, figurarsi gli omosessuali e le altre realt di genere. In Spagna, invece, un paese che era più tradizionalista del nostro, Zapatero è riuscito a compiere una vera e propria rivoluzione sulla strada dei diritti, che da noi è lontana da venire. Il fatto che donne come Mara Carfagna o Maria Stella Gelmini si prestino, con la loro presenza, a dare una parvenza di normalit al nostro governo, si spiega con la complicit che c’è tra le donne e il potere. A loro fa comodo svolgere questo ruolo grottesco, perch cos riescono a raggiungere obiettivi altrimenti irraggiungibili. Ci si è meravigliati tanto della presenza in parlamento di Vladimir Luxuria, donna capace e preparata, mentre nessuno si scompone dinanzi ad una velina divenuta ministro delle pari opportunit “.
La mercificazione del corpo della donna non passa solo attraverso la pornografia vera e propria, che non va condannata, ma domina la nostra societ attraverso messaggi ambigui e perciò provocanti.
“La pornografia a uso e consumo degli uomini conclude non costituisce il male peggiore. In quel caso, infatti, il messaggio è chiaro può essere fastidioso per alcuni, ma non cela ambiguit . E’molto più dannoso il messaggio, che passa attraverso la pubblicit , di donne indaffarate in faccende solo domestiche o che trascorrono le loro giornate a badare alla casa ed al loro uomo”.
Gioved 26 marzo, ore 18, alla libreria Feltrinelli di piazza dei Martiri, presentazione del libro
"Una vita rubata" (Dante & Descartes). Ne parlano con l’autrice (foto in alto) Elena Coccia e Raimondo Di Maio.