Thriller/ Delitto sotto le torri: Luca Viozzi racconta un nuovo caso per l’ispettore Filippo Salviati. Il terzo segreto

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Un altro caso per l’ispettore Filippo Salviati, che torna dai suoi lettori con un caso ancora più complesso: un cadavere viene rinvenuto a San Benedetto del Tronto, appartiene a un banchiere locale. Il mistero si infittisce quando all’interno del suo taschino vi sarà rinvenuto un biglietto enigmatico «QUESTO È IL MIO CORPO. NON RIESCO A SOPPORTARE OLTRE. PAGO IO PER I 30. UN ALTRO DOVREBBE CADERE A TERRA AL POSTO MIO, COLUI CHE HA COME MAESTRO UN ALTRO DIO». Da qui un’investigazione accesa, dove i colpi di scena e la moltitudine dei personaggi saranno in grado di regalare un giallo entusiasmante.
Il punto focale da cui parte la narrazione è la storia di un noto proprietario bancario romano, ucciso ai piedi della torre Gualtieri. Sarà proprio il commissario Salviati, ancora una volta, come nel precedente capitolo dell’autore, a indagare abilmente sul caso.
I personaggi sono gli stessi del primo volume, ad eccezione di Soria Neri, reporter del Daily Londra.  L’ambientazione cambia il suo viso, presentando una San Benedetto del Tronto nel suo pieno splendore.
Gli indizi sono molteplici, rendendo “Delitto sotto le torri” di Luca Viozzi un testo piuttosto interessante. I depistaggi non mancano, come anche le versioni contrastanti degli indagati.
Nel suo giallo Viozzi, mescola bene e male, presentando entrambe le vesti in maniera eccellente.
Da un lato, vi troviamo infatti, il marcio del potere, la sete di denaro, i crimini efferati, l’iniziazione della società massonica, i simboli esoterici, ogni forma del male. Dall’altra, invece una serie di valori positivi capaci di presentare la veste umana di ognuno dei personaggi.
Di grande importanza il rapporto che il commissario instaurerà con la giornalista Sonia Neri. Il rapporto tra i due non solo sarà importante ai fini investigativi, ma al tempo stesso aggiungerà una nota di passione piuttosto intima e calda, ostacolata dalla figura di Beatrice, fidanzata di sempre, che non a caso sull’onda di questo nome, sembra in qualche maniera riportare Salviati sulla retta via, come spinto da un’idea dantesca.
Il romanzo è composto da capitoli brevi e incalzanti, facili da iniziare e finire, e capaci di fornire una serie di emozioni e informazioni soddisfacenti. I cambi di scenario e punti di vista, permettono, infatti, al lettore di tenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine.
Molti i dialoghi ben costruiti, dove passione, ironia, chiacchiericcio e formalità si mescolano insieme, in un testo giallo dove è ben facile sentirsi parte integrante della storia. Un testo scritto in maniera semplice, con un linguaggio di facile fruibilità. Tematiche che ben sposano la cronaca e che strizzano l’occhio alla religione e all’esoterismo. Un sequel (Giaconi editore) quello di Viozzi che non delude e che apre le porte all’investigazione di Filippo Salviati per un’infinità di altri casi. (Miriana Kuntz)
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