Si è svolta a palazzo san Giacomo la quarta edizione del premio intitolato alla memoria di “Amato Lamberti”, sociologo fondatore dell’Osservatorio contro la camorra, con la cerimonia di premiazione dei vincitori delle borse di studio per la migliore tesi di laurea magistrale e per la migliore tesi di dottorato sui temi della criminalità organizzata, dei traffici criminali e della corruzione delle economie illegali. Il premio è stato creato allo scopo di contribuire alla formazione dei giovani studiosi sulle strategie del contrasto alla criminalità organizzata. I vincitori della quarta edizione sono Alessandro Quattrocchi dell’Università di Messina e Giuseppe Malgeri dell’Università La Sapienza di Roma.
«Il premio Lamberti – spiega il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti- è l’occasione innanzitutto per ricordare la figura e l’opera di Amato che è stato un sociologo di eccezionale valore, che ha saputo illuminare con il suo pensiero una realtà quale quella napoletana, con le sue grandezze e le sue miserie, con le sue piaghe e le sue bellezze. Ci ha consegnato un’opera e una struttura di pensiero che rimarrà importante anche per le future generazioni, è una sorta di guida per capire Napoli, anche e soprattutto per superare i nostri sforzi tesi ad affrontare questa difficile situazione».
Gli fa eco l’assessore alla cultura Nino Daniele:«La passione pedagogica era la passione che manteneva in vita Amato Lamberti negli ultimi anni della sua vita, il rapporto con i giovani è stata la chiave anche dei momenti difficili e amari che Lamberti ha attraversato. Premiare giovani studiosi che si occupano di questi argomenti, cioè la lotta alle mafie, secondo me è un grande ed importante esempio che accade a Napoli, una cosa che dovrebbe fare l’Italia tutta insieme, cioè immettere nel contrasto alle mafie le energie delle nuove generazioni, con le loro competenze e i loro studi perché tutto questo potrebbe accrescere i successi».
Sottoliena il sindaco de Magistris:
«E’ importante che soprattutto dalla politica venga quel segnale di contrasto al crimine organizzato e alla corruzione perché in questo modo si previene, altrimenti se ci affidiamo solo agli organi di controllo non si raggiunge rapidamente l’obiettivo finale che è l’eliminazione delle mafie dal nostro paese. Ma c’è ancora tanto da fare. Il mio osservatorio di magistrato prima e di sindaco oggi mi fa ritenere che il livello di corruzione e di penetrazione delle mafie all’interno della politica e delle istituzioni è ancora molto alto».

 

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