Tornano gli aperitivi d’arte al Polo orafo La Bulla, a cura del centro antiche botteghe tessili, giovedì 20 luglio alle 19.30 (fino alle 23), in via Duca di san Donato, 73. Dopo l’inaugurazione del 6 luglio, riecco le conversazioni culturali rianimare le serate estive del quartiere Mercato.
Il primo degli incontri si è aperto con la conversazione “Orafi a confronto”. Alla presenza di un pubblico attento, Antonio Canzano e Claudio Apuzzo, esponenti dell’arte orafa, si sono soffermati su tecniche, prospettive e approcci di vecchie e nuove generazioni di orafi. Il tutto nella cornice dell’esposizione delle opere d’arte degli artisti che con entusiasmo hanno aderito al Progetto SOS Partenope, 100 artisti per il libro della città, già esposta a Castel dell’Ovo e nella Basilicaa di San Giovanni Maggiore.
SOS Partenope, infatti, è l’iniziativa lanciata dalla società cooperativa il mondodisuk (portale, e-magazine e casa editrice diretti dalla giornalista Donatella Gallone) il cui obiettivo è quello di sostenere e finanziare il progetto di crowdfunding per la traduzione in italiano del libro di Jean-Noël Schifano Dictionnaire amoureux de Naples (Dizionario appassionato di Napoli) con il coinvolgimento degli studenti dell’Università Suor Orsola Benincasa per la traduzione, guidati dal professore Alvio Patierno e quelli del liceo artistico Palizzi per la grafica e le illustrazioni e la copertina capitanati dal docente Peppe Esposito.
E proprio Donatella Gallone ha appassionatamente illustrato, nel corso del suo intervento, la natura del progetto. Dictionnaire amoureux de Naples dello scrittore Jean-Noël Schifano, cittadino onorario napoletano dagli anni ’90, racconta la vera identità della città, oltre gli errori storici e i pregiudizi. La versione originale del volume di Schifano, in 580 pagine, è stata pubblicata in Francia nel 2007 da Plon ed è arrivata alla sua quarta edizione (2016) con il merito di aver incrementato sotto il Vesuvio il numero di turisti provenienti dalla Francia.
Un libro per innamorarsi e far innamorare di Napoli, un dizionario dalla a alla zeta che, in ottanta storie, racconta la vera essenza di Napoli troppo spesso ignorata, umiliata, derisa, attraverso stereotipi che hanno condizionato intere generazioni vissute all’ombra di uno sguardo limitato solo ai lati negativi e alle difficoltà.
Durante la serata numerosi sono stati gli interventi coordinati da Laura Bufano: sono intervenuti Roberto de Laurentiis, padrone di casa e presidente del Consorzio Borgo Orefici, Claudio Pellone, presidente del Consorzio Antiche Botteghe Tessili e il presidente della seconda Municipalità Francesco Chirico.
Tutti gli interventi hanno espresso come denominatore comune la volontà di riqualificazione del territorio del cosiddetto Decumano del Mare, da Piazza Mercato a Borgo Orefici, un territorio ricco di storia, cultura e tradizioni. Un territorio ricco di competenze, di eccellenze legate all’artigianato, dall’oreficeria, alla gioielleria. Senza dimenticare la tradizione delle arti tipografiche, che vede in Enzo Falcone, presente alla serata inaugurale, il custode di saperi e strumenti nonché uno dei protagonisti delle battaglie per la tutela di questo incommensurabile patrimonio immateriale.
La presenza di Romeo Barbaro e delle sue tammorre ha contribuito a rendere la serata un piacevole momento di incontro tra musica e cultura. L’iniziativa prosegue questa settimana con Viviana Rasulo, uan delle portagonsita della parlerà dell’ “espressione fotografica”, mentre Ilaria Mainini proporrà il “Disegno del gioiello in 3D”. Una vera e propria chiamata alle arti peché ci sarà anche la scrittura con la presentazione di “Opera nuova di ottave siciliane composta sopra lo bello Mercato di Napoli” scritta e stampata da Francesco Saragusa a cura di Lejla Mancusi Sorrentino (in riproduzione in riproduzione anastatica, edizioni Dante & Descartes). E l’artista Maria Carolina Siricio si esibirà in una perfomane pittorica, ispirata dal tema.
Non poteva esserci scenario più appropriato per proporre la breve composizione, rara e preziosa – come sottolinea la curatrice- con diversi spunti interessanti su Napoli, come testimonianza dell’importanza e della considerazione di cui godeva la nostra città presso i forestieri sin da tempi lontani. Dai versi di questa composizione trapelano notizie e spunti che evidenziano alcuni aspetti della vita e delle abitudini in uso a Napoli nel Seicento. L’incipit è un panegirico di Napoli, descritta come città popolata di persone sapienti, dove la legge prevede galera e forca per chi la ignora. La chiusa è insieme un’autocritica e un’ulteriore richiesta di benevolenza per aver composto i versi senza saper neanche leggere; nonostante gli errori commessi gli sia concesso il perdono con un invito a bere un bicchier di vino alla Taverna del Cerriglio tra il Cinque e il Seicento all’apice della celebrità.
Per saperne di più
eventi@antichebotteghe.it
https://www.meridonare.it/progetto/sos-partenope