La fase 2 ci sta dimostrando quanto sia lenta la ripartenza post-pandemia. Gli esercizi commerciali riaprono, la gente torna a popolare le strade ma in concreto la ripresa avrà bisogno dei suoi tempi.
E quando si parla di turismo precario, troppo spesso si nominano soltanto alcune categorie: alberghi, ristoranti, lidi. Pur nel rispetto di chi fa i conti ogni giorno con una stagione estiva che ormai è da non considerare, tantissimi altri nello stesso ambito rischiano di poter tornare a regime soltanto nel 2021.
Parliamo di agenzie di viaggio, guide turistiche, autisti di bus, addetti all’accoglienza, accompagnatori e altro ancora. Oltretutto va considerato il fatto che la lentezza stessa della ripresa non renderà necessario l’uso di un personale numeroso sin da subito.
I tour virtuali a cui abbiamo assistito in questo periodo sulle varie piattaforme online, sono stati approfondimenti utili e e soprattutto validi strumenti di marketing, che possono essere integrati al normale lavoro. Il 70% dei musei infatti ha sfruttato i propri contenuti in rete nella speranza di invogliare poi alla visita dal vivo appena possibile.
Perchè l’esperienza del viaggio o del tour in prima persona è insostituibile.
Durante la quarantena si è tanto parlato di quanto il settore turistico-culturale fosse un pilastro fondante dell’economia del nostro Paese ma al tempo stesso è stato il più martoriato dai tagli e ad oggi sarà uno degli ultimi a riattivarsi.
Dal 18 maggio ogni polo museale ha potuto decidere come e quando gestire la futura riapertura. Un esempio pilota nella nostra Regione può essere il sito di Pompei, in cui si prevedono ingressi contingentati e tutte le relative norme precauzionali. Alcuni dettagli strettamente pratici su cui riflettere: il distanziamento sociale non prevede numerosi gruppi di persone (massimo 10, all’aperto come al chiuso); in caso di visita guidata lo stesso distanziamento necessita di auricolari che devono essere certificati (questa opzione è indicata come “facoltativa” ma con il distanziamento e senza auricolari va da sé che una visita non è semplice); prenotazioni esclusivamente online (quindi il personale di biglietteria e accoglienza è drasticamente ridotto o assente); prezzi minori e percorsi obbligati.
Al di fuori di un luogo culturale specifico, però, non esistono al momento linee guida da parte di alcun decreto legge per il turismo all’aperto, vale a dire tour nei centri storici o gite con mezzi di trasporto etc.
Il ministro Franceschini che ha annunciato di recente la tax credit vacanze, sta facendo fatica su altri punti basilari che potrebbero invece ricostruire la rete turistico-economica, parte integrante dell’Italia.
Ci sarebbe bisogno di strutturare questo tipo di ripartenza con un programma che al momento manca, di dare date che al momento mancano e di erogare più sostegni per chi non sa quando lavorerà di nuovo.
E nel frattempo che si aspetta, per aiutare la ripresa nel nostro piccolo e continuare a prenderci cura di noi stessi e delle nostre città, potremmo tornare a essere turisti delle nostre strade, della nostra Regione.
Partendo dalle cose più semplici come visitare un museo che riapre nella nostra città, prendere un drink da asporto da chi ha appena riaperto oppure scegliendo di fare le vacanze nel nostro Paese e non all’estero.
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Nelle foto di Valentina Guerra, Palazzo Donn’Anna a Posillipo e Pompei