Che prima o poi qualcosa dovesse succedere era gi nell’aria da un po’ di tempo. Malgrado appena qualche anno prima, a chi avesse chiesto tra i tedeschi d’ovest cosa pensasse della riunificazione, si sarebbe sentito rispondere« E dove la mettiamo tutta quella gente?». Ma ormai la rivoluzione silenziosa avanzava a grandi passi. La televisione d’occidente era penetrata clandestinamente, ma diffusamente, nelle case della Germania orientale spalancando allo sguarda l’altra met dell’Europa. E i ragazzi vestivano come i loro coetanei d’oltrecortina, pur indossando imitazioni di modesta qualit . Forse solo la Volkspolizei, ovvero la polizia nazionale della Repubblica democratica tedesca, non se n’ era accorta.
la sensazione che ha il fotoreporter napoletano Luciano Ferrara, quel 9 novembre del 1989,poco dopo essere arrivato all’aeroporto, raggiungendo l’affollato posto di frontiera di Berlino Est, in un ritorno al passato. «L’austero e rigoroso scenario urbanistico che guarda la Porta di Brandeburgo ci ricorda la grandeur della Berlino anni Venti, crocevia della cultura internazionale. Mi accomodo in fila per ricevere sul passaporto il burocratico timbro per il passaggio all’ovest. il mio turno, il poliziotto alza gli occhi e indirizza il suo sguardo dietro la mia testa, incuriosito mi volto. Solo allora mi accorgo dello specchio sistemato in alto dietro di me, che permette al funzionario di turno di controllare se qualche "intruso" striscia per terra per eludere il controllo».
Tuttavia, nel pomeriggio, ricorda ancora il fotografo, Gunter Schabowski, responsabile per i media nel Comitato centrale della Ddr, in una ormai storica conferenza stampa annuncia che le frontiere sono aperte. Da subito. La guerra fredda picconata dalla voglia di libert .
Quel popolo in festa che si proietta gi in un futuro differente resta immortalato nei suoi scatti (alcuni sono dedicate all’ East Side Gallery berlinese) che ripropone con la mostra Frammenti- Il muro di Berlino sabato 15 novembre. Per celebrare i 25 anni della (attuale) capitale senza barriere, nella sua casa/laboratorio di via Tribunali 138 laboratorio, punto di riferimento di progetti (anche internazionali) legati alla fotografia e alle arti visive, luogo consacrato al collezionismo d’autore, alle stampe ai sali d’argento e alla fotografia fine art. Saranno esposte sedici fotografie vintage, in bianco nero, stampate su carta baritata ai sali d’argento e quattro gigantografie 70×100 a colori.
L’evento comincia alle 18 con un’introduzione di Maria Carmen Morese (direttrice del Goethe Institut) e un intervento dello scrittore Michele Serio. E prosegue con la musica della violoncellista Wally Pituello in un omaggio al grande musicista russo Mstislav Rostropovich che suonò davanti al muro mentre la cittadinanza ne festeggiava il crollo. Una serata suggellata da sfizi, dessert e vini made in Naples, offerti dagli sponsor Jorudan Sushi ( unico piccolo locale giapponese a Napoli accogliente e raffinato), Casa Infante, Sorbillo / Casa della pizza, Leopoldo (la tradizione “dolce”), Mustilli, Selva Locandora. Con le castagne di Tribunali 138.
L’evento è organizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e patrocinato
dal Goethe Institut
In foto, alcuni scatti del muro firmati Luciano Ferarra