“Domenico Rea tra letteratura e giornalismo”. Due giorni di convegno convegno promosso dal Comitato per le celebrazioni del centenario della nascita di Rea (1921-1994), istituito dal Ministero della Cultura con
l’obiettivo di avviare una nuova stagione critica e filologica in merito
all’attività letteraria di Rea.
L’iniziativa, che si terrà il 28 e il 29 ottobre 2024, intende portare
all’attenzione degli studiosi il “secondo mestiere” di Domenico Rea,
ovvero la sua pantagruelica e inarrestabile attività giornalistica
Spiega Pasquale Sabbatino, presidente del Comitato: «Il progetto del Comitato Nazionale si fonda su un programma triennale
di ricerche con l’obiettivo di promuovere una rinnovata riflessione su Domenico Rea, di sottrarlo dalla zona d’ombra nella quale l’incuria e il silenzio della critica lo aveva relegato, di rimettere in una luce diversa i
testi canonici, da Spaccanapoli (1947) a Gesù, fate luce (1950), da
Ritratto di maggio (1953), Quel che vide Cummeo (1955) e Una vampata di
rossore (1959) a Ninfa plebea (1992). Lungo il triennio ci siamo resi
conto della ricchezza dei generi letterari e varietà di forme della
scrittura di Rea, come documentano la continua produzione giornalistica,
le interviste, i racconti di viaggio, la critica teatrale. Una tastiera
infinita, che il Meridiano, curato con intelligenza critica e passione
di lettore da Francesco Durante, non può contenere in un sol volume. Da
qui la nascita di nuovi progetti editoriali, per disoccultare e
analizzare le molteplici direzioni della scrittura di un classico della
letteratura del Novecento».
Si parte lunedì 28 ottobre alle 15.30 nell’aula 1 dell’Edificio
Centrale della Federico II di Napoli con la prima sessione preceduta dai saluti del rettore Matteo Lorito, del direttore del dipartimento di Studi umanistici Andrea Mazzucchi, di Pasquale Sabbatino e di Lucia Rea.
Questa prima sessione dei lavori, presieduta da Vincenzo Caputo, si
aprirà con la relazione di Franco Contorbia, Rea e i giornali, che
descriverà la lunga parabola dello scrittore attraverso le principali
testate del Novecento. A seguire, Matteo Palumbo, con l’intervento La
Campania è un continente, ci parlerà del commento di Rea al documentario
di Bianca Bisegna commissionato alla Regione Campania nel 1976. Silvio
Perrella, con i Notturni di Rea, commenterà i Pensieri della notte. Il
pomeriggio si chiuderà con la relazione di Cristiana Di Bonito, che si
concentrerà sulla lingua del Rea giornalista (Gli scritti giornalistici di Domenico Rea: una lettura linguistica).
Nella mattina del 29 ottobre, il convegno proseguirá nell’aula 3
dell’Edificio Centrale della Federico II, a partire dalle ore 9.30. La
seconda sessione, presieduta da Rosa Giulio, si aprirà con l’intervento
di Silvia Acocella, Riflessi d’Oriente: il reportage come una galleria
degli specchi, dedicata al Rea “corrispondente dall’estero”; si prosegue
con Francesco De Cristofaro, che si occuperà di Rea e il cinema: «Io
nacqui che il mondo era antico». Rea e la settima arte; Vincenzo Caputo
affronterà il particolare genere giornalistico delle interviste, «Io
racconto il mio mondo». Le interviste a Domenico Rea, mentre Vincenzo
Salerno ci trasporterà nel mondo della pagina sportiva, con Il tallone
di Achille. Napoli e il calcio negli scritti giornalistici di Domenico
Rea. A fine sessione, Davide Grittani ragionerà sulla “doppia natura” di
uno scrittore come Rea: La maledizione dei giornalisti-narratori.
Seguiranno un dibattito e una breve pausa.
Alle 11 si aprirà la terza sessione, presieduta da Franco
Contorbia. Lucilla Lijoi si occuperà della collaborazione di Rea al
settimanale “La Fiera letteraria” (Domenico Rea e la “Fiera
letteraria”), mentre Sara Stifano metterà a confronto l’India di Rea con
quella di Moravia e Pasolini (“Follia e solitudine”. Rea tra Pasolini e
Moravia). Adriana Mauriello ci riporterà invece tra le vie di Napoli (In
margine a ‘Pagine su Napoli’). Concluderá la sessione Pasquale
Sabbatino, immergendoci nelle atmosfere fiabesche del Basile: La Gatta
Cenerentola (In tristitia hilaris). Lo cunto di Basile, la riscrittura
di De Simone e le Cenerentole di Rea. Si chiude con le letture di Adriano Pantaleo e Giuseppe Gaudino tratte da pagine dell’indimenticabile scrittore napoletano.