Nicca Iovinella, la sera del 2 marzo al Mann, Museo archeologico nazionale di Napoli, è stata, poetica mitica Ninfa, in uno scenario bucolico idealizzato e realizzato nella sala adiacente al giardino delle camelie, protagonista della performance artistica Ancient Freedom fortemente suggestiva azione teatralizzata tra contemporaneità e classicità, tra natura e corporeità.
Torna rivisitata l’azione I am vissuta al bosco dei Camaldoli nell’ottobre del 2014 in cui Nicca ritmava i suoi passi sull’umida terra pavimentata di foglie e rami nel mostrarsi ai passanti che sui tortuosi viali ombreggiati visitavano le varie installazioni. La scenografia, visibile fino al 2 aprile, ricorda quei luoghi con video su grande schermo, rami con foglie secche su pavimento.
Azione e luogo evocano l’antica religiosità greca vissuta nel teatro, immerso nella natura, che era luogo di assemblee popolari in cui si analizzavano e si storicizzavano scelte democratiche.
E’ superfluo dire che la performance, pregna di romanticismo per la compresenza in scena di Natura e Nicca donna artista, stimola a riflettere sulle varie interpretazioni della azione mimica lenta religiosa muta come rugiada.
L’artista ama la natura, fonte di vita per tutti, dalle origini Musa ispiratrice. I piedi, sculture in gesso bianco come il corpo coperto di elastica tuta di colore bianco verginale, rimangono fermi mentre il corpo vola nel vivo verde del bosco. Voltare le spalle alla natura si perdono le ali della fantasia, sogno, creatività, rimane la morte.
Il bosco è nella nostra memoria la prima casa scuola in cui non solo ci siamo nutriti cacciando e raccogliendo erbe e frutti, ma abbiamo imparato a suonare, cantare, ballare ascoltando i vari cinguettii e ritmi del vento tra i rami, osservando il volo degli uccelli e le cime tra loro. Sono col disegno le prime forme d’arte per comunicare prima della parola e del teatro. E’ anche Eva, la prima donna, che fugge in punta di piedi dall’ozioso paradiso portandosi celata in se il melograno, frutto del sapere, per conoscere, studiare, viaggiare, creare, inventare.
Il suo lento incedere parla di sicurezza in quanto non più vergine da sacrificare agli dei, non preda per violenze sessuali, non oggetto di appartenenza come bambola di plastica. Afferma che è la donna a conquistare e sedurre col suo fascino come tra gli animali la femmina sceglie il maschio per accoppiarsi. Elena non viene rapita da Paride ma è lei che decide di fuggire dal rozzo re pastore Menelao. Il maschio si illude. La differenza tra maschio e uomo è che il primo si mostra rozzo violento furbo incivile, mentre il secondo ha sensibilità, cultura, fantasia.
Nicca, muta, implora “Non esitate! Amate senza che ve ne si offra una ragione! Scatenate la gioia di vivere! Celebrate l’esistenza!”. Vive di arte. E’ Icaro. Vola alto vicino alla Fantasia sussurrando la sua idea di donna. Figlia di Dedalo, architetta di intricati luminosi gioiosi affascinanti labirinti che invitano a percorrerli attentamente per cogliere i tanti significati mitici.
Segue itinerari poetici per osservare il mondo con cento e cento occhi attenti a cogliere ogni più piccolo particolare dell’universo culturale. Nella sua attività complessa spicca la ricerca di nuovi linguaggi che affascinano come coda di pavone che abbaglia stupisce incanta. Non nasconde la sua anima follemente ricca di passioni, la grande gioia di poter comunicare. Dotata di un curriculum particolarmente intenso per la sua giovane età, è spinta da attenta razionalità intellettuale, invoca la funzione dell’Arte come Maestra di Vita.
Sul corpo in bianco di angelo con le ali di diavolo, si proiettano tra le foglie ricordi di immagini sensuali di Venere Cassandra Medea Didone Cleopatra Nausica Apollo. Nicca ci illustra di essere in un museo che, custodendo l’antico della civiltà greca romana egiziana, si progetta il futuro di Napoli.
Nicca sarà presente il 7 aprile ore 17,30 a Castel dell’Ovo nell’evento ideato dal mondodisuk Sospartenope con la partecipazione di oltre cento artisti per tradurre in italiano il Dictionnaire amoureux de Naplesdi JN Schifano, ritratto della cultura della città scritto dall’unico francese cittadino onorario di Napoli.