Una vita per la giustizia. Ma anche un accanimento giudiziario nei suoi confronti durato vent’anni, una lunga battaglia difensiva con la rinuncia alla prescrizione e l’assoluzione arrivata pochi mesi prima della morte per una lunga malattia oncologica.
Mario Conte affida le sue memorie a un libro-testamento sul sistema giudiziario italiano con una serie di proposte di riforma del processo penale. E sabato 28 settembre alle 17.30 il Comune di Villanova del Battista (Avellino) gli dedica la nuova sala consiliare.
Da pubblico ministero a magistrato di Cassazione. Quasi quarant’anni al servizio della giustizia italiana con una lunga esperienza nella lotta alla criminalità organizzata ed alle mafie e una paradossale vicenda di malagiustizia che lo ha debilitato fino alla morte prematura.
Alla cerimonia prenderanno parte l’assessore alla sicurezza della Regione Campania, Franco Roberti, già procuratore nazionale antimafia e oggi membro della Commissione giuridica del Parlamento Europeo, il sindaco di Villanova del Battista, Raffaele Panzetta, il magistrato Gaetano Carlizzi, docente di teoria dell’argomentazione giuridica all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e l’oncologo Franco Ionna, direttore del Dipartimento assistenziale e di ricerca dei percorsi oncologici Muscolo-Scheletrici dell’Istituto Nazionale dei Tumori “IRCCS Fondazione Pascale”.
Napoletano di nascita, irpino di origini familiari, in magistratura dal 1978, pubblico ministero a Bergamo per lunghi anni, e dal 1992 al 1996 applicato presso la direzione distrettuale antimafia di Palermo negli anni del grande attacco della mafia allo Stato con le stragi di Capaci e di via D’Amelio in cui persero la vita, tra gli altri, i giudici Falcone e Borsellino.
Una carriera brillante che lo aveva portato alle soglie della nomina a magistrato di Cassazione poi bloccata per una gravissima vicenda giudiziaria. Il 15 Luglio del 1997 è la data d’inizio del calvario giudiziario di Mario Conte. Il pm bresciano Fabio Salamone (i cui conflitti di interesse emergeranno proprio nel libro di Mario Conte in maniera dettagliatamente documentata) raccoglie la deposizione di Biagio Rotondo, criminale di lungo corso, che dopo l’ultimo arresto della Questura di Brescia, di fronte ad accuse gravissime (tra cui tentato omicidio e rapina aggravata) si dichiara pronto a collaborare per riferire di una serie di presunte operazioni illecitamente gestite dai militare del ROS di Bergamo e di Roma e coordinate da Mario Conte che avrebbero costituito una “struttura deviata” per strumentalizzare le norme sulla consegna controllata di stupefacenti al fine di conseguire brillanti operazioni di polizia.
L’assoluzione con formula piena per Mario Conte arriva dalla Corte di Appello di Milano soltanto il 2 Luglio 2014 e soltanto perché Conte aveva scelto di rinunciare ad avvalersi della prescrizione. Una assoluzione che arriva però quando Mario Conte aveva capito di essere prossimo alla sconfitta nella sua battaglia parallela: quella contro il prossimo alla sconfitta nella sua battaglia parallela: quella contro il mieloma.
Ed è per questo che Mario Conte decide di scrivere un libro-testamento. E lo fa senza acredine ma con un’accurata ricostruzione delle carte processuali per sollecitare nelle istituzioni e nella magistratura una riflessione sulle contraddizioni dell’ordinamento giudiziario italiano.