“Una vita da cronista” percorso tra ricordi ed episodi della lunga carriera giornalistica di Giovanni Virnicchi, è stato presentato al pubblico sabato 24 maggio a Libri & Caffè, il bistrot letterario del Teatro Mercadante di Napoli. Con l’autore, sono intervenuti Enzo Colimoro, Ottavio Lucarelli, Renato Rocco. Ha moderato Donatella Gallone. Nella cornice del Libri & Caffè, il bistrot letterario ormai punto di riferimento per gli editori indipendenti, Donatella Gallone ha introdotto il libro di G. Virnicchi, che proprio dell’indipendenza ha fatto una bandiera nel suo percorso professionale. Una vita, quella di Giovanni Virnicchi, a caccia di notizie. Napoletano, classe 1936, quasi vicino alla soglia degli ottant’anni e con estrema sincerit e commozione ci accompagna attraverso episodi di un percorso giornalistico cominciato nel 1952, come collaboratore de Il Mattino.
In questo viaggio emergono gli scoop e le inchieste, come quella sull’amianto in fabbrica, alla Eternit di Bagnoli, tanto efficace da far chiudere i battenti allo stabilimento negli anni ottanta, dopo un sopralluogo di Susanna Agnelli, unico membro italiano della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo. Sul racconto soffia il vento della passione che ancora oggi gli ispira il mestiere di cronista. Ma queste pagine sono anche un archivio del giornalismo partenopeo. Dalla polvere del tempo riemergono protagonisti della carta stampata, come Giovanni Ansaldo, Orazio Mazzoni, Ciro Paglia, Roberto Ciuni, Ennio Simeone e altri, insieme al gruppo dei giornalisti attivi nella sala stampa della Questura, pronti a comunicare la notizia nelle rispettive redazioni.
La carriera di Giovanni Virnicchi è stata costellata anche di tanti articoli sportivi, il Napoli di Jepson, Sivori e Altafini. E qui vorrei ringraziarlo, cosa che non ho avuto il coraggio di fare, a titolo personale. Perch alcuni dei ricordi più belli che ho di mio padre sono le narrazioni delle gesta di quel Napoli, e sono certa di dover ringraziare anche Giovanni se posso ricordare gli occhi di mio padre mentre mi parlava di Sivori.
In un momento in cui i giornalisti e la libert di stampa, il diritto all’informazione, sono attaccati da più parti, in cui si parla di processi popolari per i giornalisti, in un momento in cui se è vero che il web permette la diffusione più rapida di notizie è anche vero che la veridicit delle stesse è accertata con meno attenzione, in un momento come questo, il libro di Giovanni Virnicchi ci ricorda con passione che possono cambiare i mezzi, le tecnologie, ma non la curiosit , l’amore e il rispetto per questo mestiere.
E vorremmo, infine, riportare le parole di Leopardi che lo stesso Giovanni Virnicchi cita all’inizio “Pochissimi convengono che le cose antiche fossero veramente più felici delle moderne e questi pochissimi le riguardano come cose alle quali non si deve più pensare perch le circostanze sono cambiate. Ma la natura non è cambiata, e un’altra felicit non si trova, e la filosofia moderna non si deve vantare di nulla se non è capace di ridurci ad uno stato nel quale possiamo essere felici. O siano cose antiche o non antiche, il fatto sta che quelle convenivano all’uomo e queste no, e che allora si viveva anche morendo, e ora si muore vivendo, e che non ci sono altri mezzi che quegli antichi per tornare ad amare e a sentir la vita.”
Una vita da cronista
di Giovanni Virnicchi
ilmondodisuklibri
pagg.112, euro 10
In vendita in edicola e libreria
In foto, l’autore con alcuni colleghi giornalisti a “Libri & Caffè”